Salvatore Barbaro sognava di fare il cantante quando fu massacrato per errore dagli uomini del clan. Si fa luce sull’omicidio avvenuto a Ercolano sette anni fa

assassino e vittima innocente di camorra
assassino e vittima innocente di camorra

Ercolano – Avrebbe ucciso Salvatore Barbaro, un ragazzo di 30 anni con la passione per la musica che con la camorra non c’entrava niente. Per quest’accusa il pubblico ministero Sergio Ferrigno della direzione distrettuale antimafia di Napoli ha chiesto l’ergastolo per Vincenzo Spagnuolo, uomo del clan Ascione-Papale, la cosca di Ercolano con base operativa in via Fontana a Torre del Greco. Unico imputato nel processo con rito abbreviato, Vincenzo Spagnuolo è accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. Era il 13 novembre del 2009. In città da qualche anno era esplosa una guerra di sangue e vendette tra i Birra-Iacomino e gli Ascione-Papale. Salvatore, faceva il carpentiere ma sognava di cantare le canzoni neomelodiche che scriveva.  scriveva e interpretava canzoni neomelodiche. Erano le quindici, la sua auto passa dalle parti di via Mare, una strada che costeggia gli Scavi. Appena imbocca la stradina, due killer fanno fuoco mandando in frantumi i vetri della sua Suzuky Swift e la sua vita. Dalle prime intercettazioni si capisce che la vittima non aveva nulal a che fare con la camorra. “Non si festeggiano i guai”, dicono tra loro i camorristi.

Grazie ai pentiti che negli anni hanno decimato i clan degli Ascione_papale da una parte e dei Birra-Iacomino dall’altra, il puzzle si compone e viene fuori la storia di quel delitto. Antonella Madonna – ex moglie del boss Natale Dantese, capo degli Ascione-Papale – racconta all’Antimafia che a uccidere Salvatore Barbaro furono proprio Vincenzo Spagnuolo – detto ‘o break – e Antonio Sannino. L’ordine di Natale Dantese, però, era un altro. Dovevano massacrare Ciro Savino, un uomo di punta del clan Birra-Iacomino che aveva la stessa auto di Salvatore Barbaro. Secondo quanto raccontato dalla super pentita, come premio per la missione di morte, Natale Dantese consegnò al killer 800 euro. Una paga “ridotta” rispetto ai 3.000 euro pattuiti – sempre secondo il racconto della collaboratrice – a causa dell’incredibile errore di persona commesso dal commando di fuoco del clan. A febbraio di quest’anno, dopo oltre 7 anni di indagini, arriva la svolta. Il tribunale di Napoli emette un’ordinanza di custodia cautelare per Natale Dantese – attualmente recluso al 41 bis – Vincenzo Spagnuolo, Pasquale Spronello e Antonio Sannino. Per metà no-vembre la prossima udienza del processo che vede alla sbarra i presunti mandanti del delitto costato la vita a un ragazzo che con la camorra non c’entrava niente.

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