Ricoverata dopo il vaccino, Sonia Battaglia non ce l’ha fatta

 

Non ce l’ha fatta Sonia Battaglia, la 54enne di San Sebastiano al Vesuvio ricoverata all’ospedale del Mare in condizioni gravissime a pochi giorni dalla somministrazione del vaccino Astrazeneca. Alla donna era stato inoculato il lotto ABV5811, quello ritirato in tutta Italia come disposto dalla procura di Biella, dopo la morte del professore, che alla fine pare sia deceduto a causa di un problema cardiaco non collegato al vaccino.

I familiari avevano lanciato un appello nei giorni scorsi sui social. Sonia, hanno sempre sottolinato i parenti, non aveva patologie pregresse. Le sue condizioni erano peggiorate nei giorni seguenti al suo ricovero a causa di una trombosi a diversi organi del corpo e di una emorragia cerebrale.

«Te ne sei andata oggi alle 9, per un vaccino, per un senso civico» scrive su Facebook il figlio di Sonia. Secondo i suoi familiari, le condizioni della donna erano peggiorate a seguito della somministrazione del vaccino Astrazeneca, alla quale si era sottoposta lo scorso 1° marzo. Battaglia lavorava come amministrativa in una scuola di San Giorgio a Cremano e aveva aderito alla campagna di vaccinazione anti Covid-19 per il personale scolastico, ricevendo una dose del lotto Abv 5811, la cui somministrazione è stata sospesa nei giorni scorsi. Il peggioramento delle sue condizioni, secondo quanto ricostruito dai familiari, è iniziato tre giorni dopo il vaccino, con febbre alta e vomito. Dopo il ricovero all’Ospedale del Mare, riferiva tre giorni fa il figlio, «i dottori ci hanno informato che nel giro di due ore ha avuto una trombosi massima, emorragia cerebrale e un’occlusione dell’aorta», entrando in coma. Questa mattina, intorno alle 9, è iniziata la valutazione della morte cerebrale. Alle 15 è stata dichiarata la morte della paziente.

 

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