Portici, Parla la consigliera Ornella Pasqua: “Pericoloso far passare determinati messaggi. Non si fa politica sulla pelle di nessuno, e di conseguenza delle donne”

La consigliera Ornella Pasqua non ci sta e risponde alle accuse mosse al PD e alla maggioranza di governo locale per la mancata rappresentanza di donne nella Giunta, da qualche giorno, designata dal sindaco Enzo Cuomo e per l’assegnazione al genere femminile delle deleghe, a detta di alcuni tra consiglieri e politici d’opposizione, meno importanti tra quelle di competenza dei vari assessorati cittadini:“L’informazione – dice la consigliera che, durante la scorsa consiliatura, è stata l’unica donna a sedere tra I banchi del consiglio – ha il potere di influenzare l’opinione pubblica, di dare o meno visibilità, risalto ed importanza ad un fatto. Proporlo, spiegarlo, suggerendo una lettura, attribuendogli un significato. E questo avviene spesso attraverso lenti di genere maschile, rafforzando gli eventi a stereotipi consolidati e perpetrati all’infinito. Attribuendo loro interpretazioni insidiose. Proprio come è successo nei giorni scorsi, dove ho letto su profili fb e giornali locali, affermazioni molto gravi sulle donne e/in politica. Frasi come “galline”, “deleghe scarto”, “donne del PD mortificate”, “classifica di genere sugli assessorati”, “delega alla biblioteca per curare lo schedario”, le considero un vero e proprio atto di violenza nei confronti delle donne!’Queste frasi non solo sono estremamente offensive, ma evidenziano una forma mentis svalutante per cui da un lato si ragiona utilizzando il criterio del migliore/peggiore – buono/cattivo – in cui la persona non viene considerata nella sua dignità ma subordinata al ruolo che riveste o, non si sa per quali criteri, “al ruolo che dovrebbe rivestire. Ed in cui è chiaro che chi le fa, pensa che nella nostra città ci siano settori e servizi più importanti di altri…e questo è molto grave, soprattutto, per chi si appresta ad amministrare la nostra città. Dall’altro lato evidenziano una mentalità in cui l’altro non viene considerato una persona di genere maschile o femminile, ma dove il fatto di essere donna è già uno svantaggio. E’ pericolosissimo far passare questi messaggi. Noi, come amministratori, abbiamo il dovere di far veicolare messaggi di uguaglianza sociale, di solidarietà, di parità di genere, di rispetto reciproco.”

La consigliera del Pd fa, dunque, un appello di maggior rispetto della parità di genere ai competitors politici e ribadisce il suo pieno sostegno al sindaco Cuomo: “Le affermazioni che sono passate sui social nei giorni scorsi , hanno tralasciato, evidentemente perché non ci si crede fino in fondo, ma solo quando fa comodo (quando cioè si devono nominare i propri assessori di riferimento), un fattore elementare e cioè che noi persone di genere femminile abbiamo una capacità di pensare, scegliere e decidere autonoma. Non viene in mente a nessuno che una di noi non ha scelto volontariamente un determinato ruolo per motivi personali, familiari, professionali e che ha scelto di contribuire comunque alla realizzazione degli obiettivi per la città nel ruolo che più riteneva congeniale? O che al contrario, in una capacità del tutto autonoma di valutare e scegliere, ha pensato che il ruolo da rivestire fosse proprio quello di assessore? Evidentemente no… Io, personalmente, come donna del PD non mi sento affatto mortificata. Mi sento orgogliosa di fare il consigliere comunale, a fianco del Sindaco che ho sostenuto in campagna elettorale, perché questo era il ruolo per cui mi sono candidata ed oggi le persone che mi hanno votata hanno il loro rappresentante in consiglio comunale. Anzi sono ancora più contenta perché a condividere con me, stavolta, questa consiliatura ci sono altre due donne, (tra l’altro il PD è l’unico partito che ha eletto donne ed anche questo la dice lunga). Ed è grazie al contributo, al loro sostegno, alla passione ed allo spirito di servizio di tutte le altre donne che si sono candidate, che il Sindaco ha vinto. E non si può fare altro che ringraziarle. Io non permetto a nessuno, di arrogarsi il diritto di definire come mi sento e cosa penso. Lo so fare in modo egregio da sola e se a qualcuno interessa ciò che penso o ciò che sento me lo può chiedere in modo personale. Sarò felice di rispondere e di intavolare una discussione seria e costruttiva e non svalutante, offensiva e strumentale come è stata affrontata nei giorni scorsi. Nella passata consiliatura non ho mai sentito utilizzare i miei colleghi dell’allora opposizione termini così brutali, ma anche dozzinali, nei confronti degli allora assessori donna. Concludo dicendo che non si fa politica sulla pelle di nessuno, e di conseguenza delle donne, né si ironizza su di noi per esorcizzare la caparbietà, tenacia e competenza, doti che tutte le donne impegnate in quest’amministrazione, in qualsiasi ruolo, sono certa sapranno mostrare ed a cui offrirò il mio sostegno e la mia seppur breve esperienza. Nella vita come nella politica non esistono quote rosa obbligatorie, ma donne e uomini motivati e competenti che operano sugli obiettivi, non sulla tutela di genere.

Dario Striano

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