Portici. La Storia di Arman, la cui casa è andata distrutta nell’incendio di Natale: “Chiedo una mano per poter ristrutturare casa”

 

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Arman Sukiasyan il cittadino porticese di origine armena che, a seguito di un incendio accaduto, il giorno di Natale, in un appartamento di Via Libertà, ha dovuto abbandonare insieme alla famiglia la sua dimora, andata completamente distrutta dalle fiamme, rivolge un appello di solidarietà ai cittadini di Portici, chiedendo una mano per poter ristrutturare la casa in cui vive dal 2010 e quelle degli altri inquilini, danneggiate anch’esse dal fuoco dello scorso 25 Dicembre.

Arman Sukiasyan viene dall’Armenia, ha 34 anni, una moglie e due figli di 3 e 12 anni. Ha perso la casa nell’incendio che si è sviluppato in un palazzo di via Libertà a Portici la sera del 25 dicembre scorso. È lì che Arman ha perso tutto. Il suo paese martoriato nel 1988 dal terremoto e nel 1992 dalla guerra , che si protrae fino ad oggi dalla quale scappa, perché lo vede soldato suo malgrado. Arman si è trasferito a Portici nel 2002, dopo la morte della mamma. Nel comune vesuviano ha trovato nei primi anni ospitalità presso una zia materna, insieme alla sorella e alla fidanzata (che sarebbe poi diventata la madre dei suoi figli).

Dopo la nascita del primo figlio nel 2003 a Torre del Greco il giovane si arrangia con lavori saltuari, sperando di non dover tornare in Armenia per non dare lo stesso destino di soldato a suo figlio. È arrivato in Italia come clandestino e dopo aver fatto richiesta per l’asilo politico ha ottenuto il permesso di soggiorno. Fino a quando nel 2009, dopo varie vicissitudini, riesce a mettersi in proprio e ad avviare un’attività imprenditoriale. Apre così una yogurteria in piazzale Brunelleschi, che va avanti fino al 2014. Per una serie di difficoltà dovute alla crisi economica ancora in corso non riesce a sostenere le spese per portare avanti l’attività ed è costretto, di conseguenza, a chiudere il negozio.

Dopo di che inizia a fare il broker internazionale per provvedere alla sua famiglia. Dal 2010 abita nella palazzina di via Libertà colpita dall’incendio. Ora Arman è disoccupato e ha passato alla compagna l’attività di traduttore che prima svolgeva lui. Dopo l’incendio del 25 dicembre Arman e la sua famiglia vivono in casa di amici, in attesa di poter riavere un tetto sulla testa. Momenti terribili che sono ancora vivi nella mente di Arman e della sua famiglia. Le fiamme infatti quella sera si sono sviluppate proprio nell’appartamento di Arman, che ricorda: «L’incendio avvenne nella stanzetta dove dormiva mia figlia piccola. È stato terribile. Abbiamo avuto timore che non si salvasse. 1 bimbi, io e mia moglie eravamo terrorizzati, ma per fortuna ci siamo messi in salvo. Ora vogliamo solo poter tornare in quella casa».

A farsi avanti, in segno di solidarietà, è stato Giuseppe Pomino, il papà di una bimba che va a giocare nello stesso impianto sportivo del figlio di Arman, il quale ha messo loro a disposizione un appartamento che apparteneva al genitore defunto e che si deve ristrutturare. Da qui l’appello che Arman rivolge – attraverso il Comune di Portici – a chiunque voglia aiutarli a sostenere le spese necessarie per la ristrutturazione dell’immobile (compresi i materiali e le attrezzature necessarie) dove abitava fino a Natale. «Non voglio soldi per me e la mia famigliadice Armanma per ristrutturare la casa dove abitavamo e quelle degli altri inquilini di quel palazzo distrutto dall’incendio»

Dario Striano

 Questo è il codice IBAN intestato alla compagna di ARìrman, RITA SEROBYAN, nel caso qualcuno volesse aiutare lo sfortunato cittadino porticese di origine armena e la sua famiglia: IT54W0760103400001026863090

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