Omicidio Liguori senza giustizia: la corte di appello assolve con formula piena l’unico condannato Vincenzo Troia

Vincenzo e Mary Liguori

San Giorgio a Cremano  – Vincenzo Liguori, il meccanico ammazzato dalla camorra durante l’agguato in cui perse la vita anche Luigi Formicola, vero obiettivo del clan che voleva spodestare gli Abate , i Cavallari dalla loro città, l’hanno ammazzato due volte. Perché l’unico condannato in primo grado per quel barbaro omicidio, Vincenzo Troia è stato assolto dalla quarta sezione di Corte d’appello che ha accolto le conclusioni difensive dei penalisti Vincenzo Maiello e Leopoldo Perone, e ha assolto con formula  piena l’uomo indicato come mandante di un delitto assurdo e per ora senza giustizia. In primo grado, i giudici avevano firmato una condanna all’ergastolo per Troia, sulla scorta delle accuse rese dal pentito Giovanni Gallo, che aveva indicato il mandante, in un’inchiesta che non è ancora approdata alla individuazione dei presunti killer che avrebbero agito contro un uomo legato agli Abate fino a ieri clan egemone a San Giorgio a Cremano. L’omicidio di Vincenzo Liguori, sconvolse tutti. Liguori, papà e marito esemplare era una persona perbene e conosciuta non solo a San Giorgio a Cremano dove da anni gestiva la sua officina e a Pollena Trocchia, cittadina di provenienza. Era il papà di tre figli eccezionali, tra cui la cronista di nera e giudiziaria de Il Mattino (corrispondente dall’area vesuviana quando le ammazzarono il papà e accorsa sul luogo dell’omicidio) Mary Liguori. Oggi, a distanza di cinque anni, arriva una sentenza che rimette in discussione le indagini condotte finora, ammazzando nuovamente una persona perbene senza dargli giustizia. Magari un segnale importante, dopo gli impegni più volte presi dall’ex e dal nuovo sindaco della città di Troisi (Mimmo Giorgiano e oggi Giorgio Zinno) sarebbe titolare la piazzetta dove fu barbaramente ucciso una persona perbene al suo nome. Spesso le targhe e gli impegni valgono da esempio. Anche per la giustizia e per i suoi pezzi che spesso dimenticano sangue e lacrime innocenti.

Paolo Perrotta

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