NEGLI ABISSI DI CASA NOSTRA Galeoni, forzieri e pirati sotto il mare di Napoli

C’è una Napoli sommersa, che ha voglia di essere ammirata. Una Napoli che nasconde nei suoi fondali Galeoni spagnoli, Relitti, ma anche una ricca varietà di flora e fauna marina, e soprattutto, giochi di luce e ampie grotte. Il golfo di Napoli offre numerevoli siti di immersione. All’interno del molo di San Vincenzo, nelle acque del Castel dell’Ovo, a soli 24 metri di profondità, riposa, distesa sul suo fianco destro, la bettolina bialbero, Doris. La profondità bassa permette, anche, ai subacquei meno esperti di godersi una delle più divertenti immersioni, che offre questo mare. La nave affondò intorno al 1950 dopo una tempesta, durante la quale la poppa si scontrò sulla scogliera frangiflutti del porto. Ed oggi è ancora lì, ormai abitata da numerosi polpi, cernie, e “gattucci” (squaletti, del tutto inoffensivi), che aspetta solo di essere visitata. Nella zona tra il Castel dell’Ovo e il litorale di Portici sono numerosi i relitti che giacciono sul fondo: Se ne contano una decina, quasi tutti Galeoni Spagnoli del ‘600. Ma sono in molti a pensare che, in realtà, siano molti di più. Spostandosi più a Sud, nella zona tra San Giovanni e Portici,degne di nota sono, anzi , erano, le immersioni della “scogliera sommersa”, e dei “Bagni della regina”. Una volta, in quello specchio d’acqua, era possibile ammirare l’accoppiamento dei delfini; oggi, invece, quelle acque sono mete, ambite dai “cozzecari” (i pescatori abusivi di cozze) o addirittura, discariche a cielo aperto. La zona che, però, sembra offrire le immersioni più belle di questo mare è quella che va da Castellammare alla costiera amalfitana:  qui, infatti, l’istituzione del Parco Marino ( fondato grazie, soprattutto, all’intervento di Marevivo) ha consentito il rigenero della flora, e della fauna locali. Lo scoglio del Vervece, Punta Scutolo, Punta Campanella, La baia di Puolo: sono solo alcuni dei punti d’immersione che offre questo “paradiso marino”. Immersioni che, se sponsorizzate maggiormente dalle istituzioni locali, richiamerebbero un gran numero di turisti. C’è una Napoli sommersa, che aspetta solo di “salire a galla”; ma, per qualche oscuro motivo, resta nascosta in un “mare di indifferenza”.

Dario Striano
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