Napoli-Sampdoria 2-0. Doppietta di Mertens

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Ne bastano due, di gol e di fuoriclasse. Mertens e Higuain risolvono, praticamente da soli, lo spinoso match disputato al San Paolo contro la Sampdoria del serbo Mihajlovic. Una partita dalle due facce, una prestazione da analizzare per quantificare il livello espresso dalla formazione azzurra al di là del risultato rotondo. Sembra infatti ancora lontana la squadra che, nella prima parte della stagione, aveva incantato il pubblico partenopeo con la tecnica sopraffina e la personalità dei suoi interpreti. Certo le attenuanti ci sono. Mancano, ormai da tempo, due pedine fondamentali nello scacchiere del tecnico spagnolo: il terzino sinistro colombiano che fa gola ai fenomeni blaugrana (da non confondere con l’ex Udinese) e il fenomeno slovacco, leader tecnico e carismatico, mister doppia cifra da ben sette stagioni. Nonostante ciò, il calo fisico e soprattutto psicologico è evidente, e la grinta e la sicurezza che aveva contraddistinto le prime uscite del nuovo Napoli sembra essersi persa a giudicare dalle ultime partite. Degli undici giocatori in campo, solo due superano la sufficienza, gli stessi che, ovviamente, hanno risolto la partita con eccellenti giocate singole.

LE PAGELLE:

Rafael 6: ennesima occasione per mettersi in mostra, complice l’infortunio di Pepe Reina. Non commette sbavature, preciso nelle uscite. Poco sollecitato dagli avversari considerato che, nelle uniche occasioni pericolose create dai blucerchiati, viene assistito magistralmente dai tre legni.

Maggio 6: non è un terzino, questo è ormai chiaro a tutti. Fa comunque il suo dovere, poco incisivo nelle sortite offensive ma attento nella fase di non possesso.

Albiol 6: il solito, null’altro da aggiungere.

Fernandez 5.5: offre poco sicurezze. Non dimostra la grinta e la personalità richieste, soffre gli attaccanti blucerchiati ed è impreciso in qualche disimpegno.

Revelliere 5.5: un voto questo che vuol dir poco o, addirittura, nulla. Fa sempre e solo il compitino per scaricare le responsabilità, non aggredisce, non spinge, non difende. Fenomeno, comunque, nel tenere la posizione. (Armero 5: forse la mediocrità è un po’ severa ma inevitabile. Col suo ingresso finalmente si vede qualcuno sulla fascia sinistra, attacca anche bene in qualche circostanza ma dietro è una mina vagante e dimostra di essere completamente incapace nel contrastare il proprio diretto avversario. Emblematiche le sue paralisi improvvise quando viene puntato dagli attaccanti)

Inler 5: peggio di lui solo Insigne. E’ il festival del disimpegno sbagliato a centrocampo, tra lui e Dzemaili. Tutto un altro giocatore rispetto a quello di pochi mesi  fa, non trova più le geometrie, lento nel recupero palla, in alcuni casi del tutto assente dal gioco.

Dzemaili 6: sebbene commetta evidenti errori in fase di impostazione, si rende quantomeno utile in fase di copertura e, spesso, mette delle efficaci pezze agli strafalcioni dell’altro svizzero compagno di reparto.

Mertens 8: il migliore. Non è la prima volta. Fa tutto lui: attacca, dribbla, difende, corre, pressa, fa due gol e ne sfiora altrettanti. Ne segna uno al 53’ con un destro di prima su suggerimento di Higuain dalla destra, l’altro al 62’ su calcio di punizione. Raggiunge quota quattro reti in campionato e fa intendere che, se schierato più spesso come titolare, possa tranquillamente raggiungere la doppia cifra.

Insigne 4.5: non gliene riesce una. Sbaglia passaggi semplici, si divora un gol nella ripresa e salta l’uomo con la stessa frequenza con cui Revelliere si mostra nell’area avversaria. Obiang è un muro e il piccolo talento di Frattamaggiore proprio non ce la fa a provare nuovi movimenti al di fuori del dribbling secco a rientrare. I numeri del campione sono comunque nel suo repertorio, è chiaro che la mancanza del gol gli pesa come un macigno.

Callejon 6.5: manca la sua occasione per marcare il tabellino sparando una fucilata proprio tra le braccia di Da Costa da posizione ravvicinata nel secondo tempo. Sempre prezioso con i suoi tagli; lucido quando ha il pallone tra i piedi (Radosevic s.v.)

Higuain 7.5: veste i panni dell’uomo assist, e non solo nell’occasione del primo gol di Mertens. Combatte come un leone, prende palla a centrocampo, imposta e suggerisce le giocate attraverso i suoi puntuali inserimenti. Gli manca solo il gol. Pedina insostituibile (Zapata 6: controlla bene i pochi palloni che è chiamato a gestire)

Benitez 5.5: un grande allenatore come lui deve sapere fare a meno anche di due o tre giocatori importanti. Il Napoli si dimostra pericoloso solo nelle ripartenze e le occasioni create attraverso la manovra sono davvero poche. Ancora lontano il tanto sospirato equilibrio tra centrocampo e difesa. Ringrazia il belga negli spogliatoi.

Marco Terracciano

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