NAPOLI CAPITALE D’ITALIA – Coppa Italia al Napoli, la Juventus perde ai rigori 4-2: due pali e poi infallibili da dischetto, Rino Gattuso piega la Juventus di Maurizio Sarri

Lo stadio Olimpico della capitale era deserto. In campo assieme ai ventidue contendenti del trofeo della Coppa Italia, c’erano le aspettative, i sogni e la voglia di riscatto di due squadre, due allenatori, due tifoserie. Il primo trofeo che è riuscito ad andare oltre la pandemia ha superato anche i 90′ di gioco, fino ad arrivare all’appendice dei rigori. L’ha vinto il Napoli, che più della Juve aveva meritato, grazie all’infallibilità dei propri giocatori dal dischetto, ma anche alla parata di Meret sulla prima conclusione di Dybala. Un riscatto per il portiere del Napoli, reduce da una stagione tribolata. La maledizione di Maurizio Sarri continua e si materializza una volta di più nella serata in cui Rino Gattuso trionfa per la prima volta i carriera da allenatore, dopo avere vinto tutto da calciatore. Peccato che si sia trattato di una vittoria senza festa e senza boati di folla, senza il capo dello Stato e con l’inno steccato da Sergio Sylvestre, in un Olimpico vuoto e colorato solo virtualmente. Il Napoli merita la Coppa, la Juve no. Per come ha interpretato la finale e per come ha subito gli avversari, rischiando più volte di andare sotto.

Già nella giornata di ieri bare ricoperte da striscioni della Juventus sono comparse a Napoli in diversi quartieri della città, in occasione della finale di Coppa Italia tra le due squadre all’Olimpico di Roma. Un gesto probabilmente pensato per esorcizzare la paura di una eventuale sconfitta. Esorcismo andato bene. In serata dopo il fischio che decretava il Napoli campione d’Italia i tifosi si sono riversati in strada: caroselli di auto e moto, striscioni e bandiere hanno colorato la notte di Napoli e provincia. Forza Napoli, forza campioni

 

 

 

 

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