Luigi Cesaro, pronto a rimettere le “chiavi della Provincia di Napoli” al Presidente Napolitano, intanto aumentano le accise


“Se necessario, non avendo più risorse per poter espletare i servizi che dobbiamo assicurare alla collettività, non escludo che si decida di consegnare simbolicamente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le chiavi delle istituzioni che rappresentiamo”. Lo ha detto a Roma nella sede dell’Upi (Unione delle Province italiane) dove è stata presentata alla stampa la proposta dell’Unione delle province italiane al governo per l’istituzione delle città metropolitane, la razionalizzazione delle province, il riordino dell’amministrazione periferica dello Stato e degli enti strumentali. “Ritengo fondamentale – ha spiegato Cesaro – giungere in tempi rapidissimi all’istituzione delle Città metropolitane. Si è chiaramente innescato un processo che punta all’eliminazione delle Province, assurdo, controproducente ed anticostituzionale, e le aree che subirebbero in termini di servizi ed investimenti i danni peggiori, sono proprio quelle che si identificano con le aree metropolitane del Paese. Questo è un tema che ho sempre considerato prioritario e ritengo che non sia più possibile temporeggiare”. Prima della conferenza stampa, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, si sono anche confrontati sui recenti tagli, decisi dal Governo, delle accise provinciali sull’energia elettrica industriale, che comporterebbero quasi inevitabilmente rincari sulla quota provinciale delle rc auto. “Con il presidente dell’Upi – ha detto Cesaro – stiamo studiando una serie di iniziative che tendano a scongiurare queste misure che si tradurrebbero nei fatti in un vero e proprio commissariamento delle Province: non escludo di farmi promotore anche di iniziative a livello politico, promuovendo a stretto giro una riunione di tutti presidenti delle Province che si riconoscono nel Pdl. Ho grosse difficoltà ad immaginare rincari sulle rc auto su un territorio dove, non per colpa della Provincia, le tariffe sono già le più alte d’Italia”.
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