La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per 55 persone e una società, la Romeo Gestioni, nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra l’imprenditore Alfredo Romeo e le pubbliche amministrazioni

La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per 55 persone e una società, la Romeo Gestioni, nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra l’imprenditore Alfredo Romeo e le pubbliche amministrazioni. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 dicembre alle 9.30 e si svolgerà davanti al gup Simona Cangiano. Ad Alfredo Romeo, al suo collaboratore Ivan Russo e all’ex parlamentare di An Italo Bocchino, i pm Celeste Carrano, Francesco Raffaele e Henry John Woodcock contestano l’associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione, alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti in relazione all’assegnazione e aggiudicazione di appalti relativi ai servizi di pulizia di edifici e strutture pubbliche​, ed altri servizi connessi con la formula del “global service”, e alla gestione di patrimoni immobiliari di pubbliche amministrazioni. Romeo viene individuato dai pm napoletani come ​”promotore e organizzatore” dell’associazione, mentre Bocchino rivestirebbe il ruolo di “organizzatore con il compito di provvedere alla pianificazione e alla gestione dell’attività”. Richiesto il rinvio a giudizio anche per Ciro Verdoliva, attuale direttore generale della Asl Napoli 1 Centro e, all’epoca dei fatti oggetto dell’indagine, direttore dell’Ufficio Economato dell’Azienda ospedaliera “Cardarelli” di Napoli, e per l’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, per il quale, come sottolineato dai suoi difensori, avvocati Alfonso Furgiuele e Fabio Carbonelli, “il pubblico ministero ha escluso definitivamente la configurabilità della corruzione e limitato l’accusa alla più lieve fattispecie del traffico di influenze, peraltro nella ancora più tenue formulazione originaria”. Per i legali di Caldoro si tratta di “un primo importante passo per escludere ogni tipo di responsabilità. Ora che si è concluso il lavoro dell’accusa, dimostreremo davanti al gup che non vi è stato nulla di penalmente rilevante nella condotta del presidente Caldoro”, concludono.

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