“La Grande Magia” di Eduardo al teatro Roma di Portici
La Grande Magia” per omaggiare il magnifico Eduardo De Filippo: Mercoledì 7 Maggio, alle ore 21, il palcoscenico del Teatro “Roma” di Portici ospiterà l’opera del drammaturgo napoletano, rivisitata dalla compagnia teatrale porticese “Il solito teatrino“: “Abbiamo deciso di chiudere la nostra esperienza teatrale insieme- spiega il regista Agostino Pannone– con l’opera forse più bella, ma allo stesso tempo meno nota e meno capita, di Eduardo De Filippo, “La Grande Magia”. Ad Ottobre saranno esattamente 30 anni dalla sua scomparsa, e noi abbiamo intenzione di mettere in scena uno dei suoi più grandi capolavori per celebrare la carriera del Grande Maestro”.
E’ un “De Filippo” diverso quello de “La Grande Magia””, un “De Filippo quasi Pirandelliano“, che “spinge al massimo” i temi di magia e follia, in modo da creare situazioni fortemente grottesche, assurde… irreali: “E’ un Eduardo cinico e disincantato quello che scrive. Ci consegna l’immagine di una Italia immobile, prigioniera di circostanze immutabili, un Paese che si lascia scivolare in un insensato autoinganno: come Calogero Di Spelta, che preferisce credere che Marta, la moglie, non sia fuggita con l’amante, bensì che lo attenda chiusa nella piccola scatola che l’illusionista, Otto Marvuglia, gli ha consegnato. Proprio questo “giuoco”, questa vertiginosa giostra realizzata con colori amari su cui siede, suo malgrado, Calogero, viene, al contempo, tinta dai colori più vivaci degli altri personaggi”.
“La Grande Magia”, divisa in 3 atti, è una commedia certamente diversa dalle storie popolari semplici e patetiche caratteristiche di “Eduardo” (come “Napoli milionaria” o “Filumena Marturano“. La Grande Magia, opera “che fa riflettere”, fu addirittura fischiata al momento della sua messa in scena ), e per questo rivisitata nei suoi aspetti più irreali dalla compagnia de “Il solito teatrino”: “Per rendere più appetibile ad un pubblico non certamente elitario l’opera, il personaggio Maravuglia- continua Agostino Pannone– è volutamente ampliato da spiccate note grottesche, che arricchiscono la nostra messa in scena. Alcuni accorgimenti e caratterizzazioni ai personaggi, infatti, saranno spesso spinte al loro eccesso, per distendere l’atmosfera buia, in cui è immerso il protagonista”.
Nel testo dell’opera (impegnativo, impegnato e ricco di riferimenti letterari e teatrali, lontano dalle “scarpettiane commedie” a cui la compagnia vesuviana ci ha abituato in questi anni) è palesemente dichiarato anche il gioco del metateatro, “non solo un espediente drammaturgico, ma anche un’intima e accorata riflessione, che è giusto ricordare al pubblico, che mai sovrasta la finalità principale della commedia: raccontarci una storia, appassionarci a una vicenda umana, filtrata dalla lente di una straordinaria poesia. Tentando di compiere un salto di qualità nel saluto finale al nostro pubblico, speriamo di restituire la stessa magia di allora, pensando e dedicando questa serata al Maestro ideatore”.
Ore 21:00, teatro Roma, Portici.
Costo del biglietto: 10.00 euro.
Ridotto under 12: 5.00 euro
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