La faida nella costola dei Cuccaro sotto il Vesuvio: stese contro le case dei rivali

La nuova camorra sotto il Vesuvio è un satellite del potentissimo clan Cuccaro di Barra, usa il “coniglio” e soprattutto si fa la guerra da sola per il predominio di chio vuole la leadership. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea i militari hanno accertato che gli arrestati operavano nelle cittadine di Somma Vesuviana e Sant’Anastasia e appartenevano a locali consorterie criminali che negli ultimi anni – anche in contrapposizione armata – come dimostrato da “stese” reciproche a colpi d’arma da fuoco – avevano assunto il controllo degli affari illeciti sul territorio. Tra questi, oltre allo spaccio di stupefacenti, sono state accertate estorsioni con metodo mafioso ai danni di imprenditori di Somma Vesuviana e Sant’Anastasia. In un video investigativo alcuni degli indagati mettono a portata di mano un fucile a canne mozze. Nelle intercettazioni lo chiamano “il coniglio”, sempre pronto e a portata di mano per intimidazioni o per rispondere ad agguati degli avversari. 

Gli arrestati: Francesco Pellegrino, Domenico Giordano, Giovanni Somma, Francesco Iossa, Giuseppe Colurciello, Eugenio D’Atri. Ai domiciliari Raffaele Panico e Giacomo Novelletti. Proprio Pellegrino e D’Atri una volta sodali sotto la bandiera dei “barresi” avevano deciso di farsi la guerra a colpi di stese e di telefonate intimidatorie. Tutto registrato, anche la tangente pretesa e ottenuta per i lavori del Parcheggio comunale di Sant’Anastasia. L’unione di forze tra i carabinieri di Somma Vesuviana e quelli di Castello di Cisterna ha messo fine all’organizzazione criminale e alla faida scoppiata al suo interno.

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