La città di Somma Vesuviana apre ai privati per il Castello d’Alagno, voci di corridoio vorrebbero interessata l’università telematica Pegaso. Il prof. Ciro Raia mobilita i cittadini

Somma Vesuviana – La città del baccalà, del Casamale e dei prodotti tipici del Vesuvio, apre ai privati per la gestione di tre immobili comunali: l’area dell’ex Simmons, la vecchia fabbrica dei materassi sommese, il centro anziani mai partito di via Cricumvallazione e il sicuramente più ambito, in quanto oggetto di importanti azioni di ristrutturazione (pronto all’uso) Castello D’Alagno, comunemente detto Castello di Totò, in via Circumvallazione sulla strada che conduce da Somma Vesuviana a Ottaviano. Voci di corridoio, interno al Palazzo Comunale che si stanno rimbalzando sui vari profili facebook degli attori protagonisti (e non) della vita politca locale vorrebbero interessato all’unico immobile interessante messo a bando, il gruppo che fa capo all’università privata Pegaso, con una sede a Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano e una al Chiostro di Santa Chiara a Napoli: tutte sedi pubbliche affidate con fitti calmierati al gruppo facente capo a Danilo Iervolino. E sulla delibera n.106 dello scorso 14 giugno

l’assessore Giuseppe Castiello

(firmata favorevolmente dagli assessori Giuseppe Castiello, Giuseppe Di Palma, Valeria Granata e Raffaele Irollo, erano assenti gli assessori Flora Pirozzi, Stefano Prisco e Maria Vittoria Di Palama) si è abbattuta una vera e propria mobilitazione culturale partita da un interventi, una vera e propria lettera aperta ai cittadini di Somma Vesuviana da parte del professore Ciro Raia, da sempre animatore della vita culturale e politica locale. “Ho appreso che la Giunta Comunale di Somma Vesuviana, con delibera n.106 del 14 giugno 2019, ha avviato le procedure per la raccolta di manifestazione d’interesse per la gestione di tre immobili comunali, tra cui il Castello d’Alagno. – scrive il professore Raia sul suo blog personale www.ciroraia.it-. L’antico maniero è uno dei maggiori simboli di Somma Vesuviana ed è, perciò, un bene comune, che va difeso, tutelato ed inserito in un piano culturale indicativo della storia ultramillenaria della città vesuviana e della sua gente. È opportuno, pertanto, mobilitarsi e fare appello alla sensibilità ed alla concretezza del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale (maggioranza e minoranza), perché un pezzo unico di storia di una comunità possa continuare a rappresentarne al meglio (museo, biblioteca, etc) lo spessore culturale, il valore della Memoria, la dignità di un luogo.

il prof. Ciro Raia e il giornalista e scrittore Massimiliano Amato

È vero, il dlg n.42 del 22 gennaio 2004 – riguardante la tutela dei Beni culturali- prevede che “gli enti pubblici possono concedere l’uso dei beni culturali che hanno in consegna, per finalità compatibili con la loro destinazione culturale, a singoli richiedenti”; ma è anche vero che, una volta affidato il bene a qualche privato, spesso o quasi sempre, se ne perdono, irrimediabilmente, le radici, le vicende storiche che l’hanno contrassegnato, le pagine della vita di tutti i personaggi che l’hanno abitato. Invito, perciò, tutti quanti sono sensibili ed interessati a difendere il Castello d’Alagno-bene comune, da un’eventuale quanto possibile alienazione di appartenenza comunitaria, a creare una rete, a uscire allo scoperto, ad essere attenti, a metterci la faccia, a parlare fra noi, a interloquire con l’Amministrazione Comunale, a proporre altre ipotesi di soluzione, a garantire che la Storia dei Padri di una Comunità non sia estinta per colpa del silenzio complice dei figli. Sentiamoci, allora, teniamoci in contatto, mettiamo in essere qualche idea, non lasciamo passare questi giorni di calura estiva, dicendo che è meglio riparlarne col fresco. A settembre potrebbe essere già troppo tardi!”. L’ipotesi di una sede dell’università telematica Pegaso è sempre balenata nella testa del sindaco Di Sarno, come si evince da uno stralcio di intervista rilasciata a ilmediano.it in cui ad una domanda di Daniela Spadaro il sindaco rispondeva così: Nei pochi mesi da amministratore avevo avviato contatti con Pegaso, serissima Università telematica che sceglie sedi strategiche e strutture da adibire a sedi universitarie. Il plenipotenziario della Pegaso, il maresciallo dei carabinieri Calogero Di Carlo, aveva visionato il Castello d’Alagno e c’erano tutte le intenzioni perché potesse divenire sede universitaria, pensando di tramutare in ostello per giovani studenti la struttura che era nata come ospizio in via Circumvallazione. Il progetto era pronto, testimoni molti consiglieri dell’amministrazione dell’epoca perché io non facevo le cose di nascosto bensì alla luce del sole. Sarebbe stata una sede di punta, con uffici importanti, con tanti docenti universitari di prestigio. Avremmo avuto anche un ritorno perché la Pegaso avrebbe investito, come incentivo accessorio, anche nel restauro della Collegiata e in altre criticità del Casamale. Erano pronti trentamila euro a questo scopo. Ostello e Università avrebbero creato indotto economico. Ecco, se avessi fondi miei, realizzerei questo progetto, anche scegliendo naturalmente un’altra sede cittadina”. Siccome nel bando non ci sono preclusioni la Pegaso potrebbe addirittura partecipare per la gestione del Castello e del vecchio Ospizio, per farne un ostello per gli studenti, che siccome trattandosi di una università telematica, non si comprende bene perché dovrebbero pernottare.

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.