A Sant’Anastasia, un vero e proprio processo celebrato in Sal Consiliare

SANT’ANASTASIA – Col Patrocinio del Comune di Sant’Anastasia, la Scuola di Teatro diretta da Carmine Giordano, che ha come Presidente Onorario Mario Verdone, presenta nell’Aula Consiliare-Piazza Siano – mercoledi’ 4 luglio 2012 ore 20.00 – un’idea teatrale che vedrà svolgersi un autentico processo, nell’ambito del progetto d’interazione “teatro/territorio“ in rapporto alle figure professionali di protagonismo attorale (da questa sera si recita a soggetto di pirandello): Istruttoria per una scena. Interpreti: Gennaro Piccirillo e Antonio Spadaro, Gabriella Maiello, Antonella Mahieux, Davide Amorico,  Mauro Di Micco, Vincenzo Capuano,  Alfonso D’Antuono,  Francesca De Michele, Maria Mazza,  Mario Paparo,  Enza Torino e Nicola Viscione, con ideazione e regia di Carmine Giordano. “L’instaurarsi di un luogo teatrale sul territorio comporta la rivisitazione del motivo antropico/sociale, oltre che culturale, che ne giustifichi la presenza e l’azione. Per tale motivo – dice Carmine Giordano – occorre che le forze intellettuali, che agiscono nell’ambito, intervengano a definire il rapporto che intercorre tra la rappresentazione, la realtà ed i concetti etici di verità e autenticità. A tale scopo, è utile coinvolgere professionalità di diversificata competenza, raccogliendole metodologicamente intorno ad un unico obiettivo di indagine. Il processo teatrale può costituire il punto di avvio dell’indagine stessa e del suo sviluppo di percorso. In tale ottica si muove il progetto”. Partendo dalla rappresentazione di una morte sopraggiunta in scena  – cosa realmente verificatasi nei casi di Molière e di De Muto, quale Pulcinella – si assisterà all’ oggettivazione del caso, chiamando in causa registi, attori, investigatori, medici e giuristi, figure di esperti e periti, al fine di decidere come e in quale misura sia possibile, in un caso analogo, individuare il punto esatto che separa la verità dalla finzione scenica. Giudice, pubblico ministero e difensore (nella realtà e non attori) dovranno evidenziare il dato in maniera inequivocabile, in modo tale da decretare  o un’omissione di soccorso oppure l’innocenza del non poter affrontare l’imprevedibile e l’imponderabile. Nella prima fase di oggettivazione del dato, ci sarà la messa in scena di brani attoriali che evidenziano la possibilità del caso stesso. Il secondo momento coinvolge specialisti dell’indagine per l’assunzione dei dati probatori e per la loro comparazione e verifica. Chiamati in causa medici patologi e medici legali, nonché periti suggeriti dalle circostanze. La terza fase sarà la procedura istruttoria che raccoglierà tutte le relazioni di indagine in maniera complessiva e comparata. Su tale base, si avvierà il quarto momento, che darà inizio al vero e proprio atto processuale. Il processo sarà celebrato in forma effettiva, e il caso, di pura matrice teatrale, presterà il punto di avvio. Lo scopo è proprio quello di indagare il nucleo del “quid “della rappresentazione in quanto tale, presupponendo, essa, un rapporto dialettico tra verità, finzione, autenticità e dissimulazione.

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