Il Tar si pronuncia: il murales dedicato a Ugo Russo va rimosso perchè “trasforma fisicamente l’immobile”: andrebbero rimossi tutti i murales di Napoli

Una sentenza dal sapore politico che pur di avvalorare la censura del murales “Verità e Giustizia per Ugo Russo” sancisce un principio di abusività di tutto il patrimonio di arte muraria del centro storico di Napoli…. un enorme danno potenziale alla nostra città. Ma non resteremo in silenzio! Il Tar ha comunicato la decisione avversa al ricorso in difesa del murales “Verità e Giustizia per Ugo Russo”, considerando il murales come una “trasformazione fisica dell’immobile” e avvalorando perciò l’interpretazione dell’amministrazione comunale dell’art 69 comma 4 lettera C del piano regolatore (sollevata solo per questo caso nella storia) per cui sui palazzi pre-ottocenteschi i murales non si potrebbero mai fare (ma solo restauro e ripristino). Un’interpretazione per noi sbagliata e forzata sulla cui base era stata rigettata la Cila in sanatoria presentata dai condomini dell’immobile. Un giudizio che pesa per tutti i palazzi antecedenti la seconda guerra mondiale, la grandissima maggioranza degli edifici del centro storico, perchè il testo di questo articolo e riportato esattamente anche negli articoli 74, 76, 79, 86 e 92 che regolamentano le altre epoche storiche fino al 1945. Si era espressa all’opposto invece la Soprintendenza  che aveva dato il nulla osta per il murales per Ugo, definendolo “un’opera decorativa” e fattibile (quale sarebbe altrimenti la differenza tra palazzi vincolati e non vincolati come l’immobile degradato su cui è stato realizzato il murales per Ugo?). Nel conflitto di interpretazione tra soprintendenza e comune, singolarmente, in un caso di tutela storico-architettonica, il tar ha condiviso un’interpretazione dell’amministrazione comunale mai formulata prima in decine di casi analoghi.

Diciamo senza mezzi termini che per noi è una sentenza pesantemente condizionata dal clima politico e diffamatorio alimentato istituzionalmente e mediaticamente intorno al murales. (a giugno scorso il padre di Ugo fece persino aggiungere sul murales la scritta “Contro tutte le Mafie”, per chiarezza, per convinzione e perchè stanco delle strumentalizzazioni mediatiche sul caso).

Nei fatti del resto l’iniziativa dell’amministrazione è una censura politica travestita di cavilli amministrativi per aggirare il dettato della Costituzione e di molte sentenze che vietano di entrare nel merito dell’interpretazione di un’opera d’arte. Il danno collaterale è che da oggi quasi tutta l’arte muraria del centro storico di Napoli (dal San Gennaro di Jorit a Banksy a quasi tutti i murales del rione Sanità di Bosoletti, Tono Cruz ecc)  uno dei principali patrimoni artistici di questo tipo in Europa, è di fatto qualificata come illegittima e abusiva perchè “viola il piano regolatore”…! Tutti questi murales infatti sono anch’essi realizzati su palazzi storici eppure sono stati patrocinati e a volte finanziati dall’amministrazione comunale, per non parlare di quelli che si vorrebbero realizzare (abusivamente a questo punto) con progetti istituzionali di prossima attuazione. Ma neanche l’amministrazione comunale può ovviamente violare il piano regolatore se quella è l’interpretazione. Il tribunale stesso, che naturalmente è chiamato a esprimersi caso per caso, invita l’amministrazione a un comportamento “più univoco”.

In realtà mai per tutti gli altri casi è stato prodotto alcun atto di autorizzazione edilizia a chiarire il carattere profondamente discriminatorio di questa censura (vedi allegato).  Qualificare come illegale l’arte muraria del centro di Napoli, anche quella patrocinata, è purtroppo un capolavoro di masochismo amministrativo e di ipocrisia della giunta uscente del Sindaco De Magistris e dell’assessore al patrimonio Clemente che pure fino all’ultimo hanno rivendicato il dialogo col nostro comitato, di comprenderne le motivazioni civiche e di voler trovare una soluzione diversa ma poi niente ha fatto per rimediare.

Stiamo valutando in queste ore se ricorrere al Consiglio di Stato per difendere la legittimità del murales (e con esso di tutto il patrimonio di arte muraria del centro antico della nostra città) ma una cosa è certa: come ha dimostrato la mobilitazione sociale in questi mesi, non sarà una sentenza o un’ordinanza a zittire e silenziare la rivendicazione di verità e giustizia per Ugo. E le prossime iniziative lo dimostreranno!

 

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