IL PROCESSO PER L’OMICIDIO BUONOCORE – La figlia della mamma-coraggio di Portici racconta gli abusi subiti dall’«orco»

PORTICI – Una delle due figlie di Teresa Buonocore, la donna uccisa nel settembre del 2010 per avere denunciato l’uomo che aveva abusato della ragazzina, ha deposto al processo per l’omicidio che si sta svolgendo davanti ai giudici della III corte d’assise. La giovane teste ha parlato dei rapporti con Enrico Perillo, imputato come mandante dell’omicidio di mamma coraggio, il geometra amico di famiglia già condannato in primo grado per quegli abusi: «Mi diceva di non dire niente. Mi mostrava la pistola e mi diceva che se avessi raccontato qualcosa a mia madre l’avrebbe uccisa con quell’arma. Le violenze – ha spiegato la ragazza rispondendo alle domande del pm Graziella Arlomede – avvenivano quando le figlie di Perillo, mie amiche, stavano nella loro camera a giocare a computer». Fu un vicino a segnalare alla polizia quello che avveniva in casa di Perillo. Quando Teresa Buonocore decise che sua figlia non dovesse più frequentare la famiglia del geometra, le venne bruciata la porta di casa. Nel corso dell’udienza ha deposto anche la madre di Alberto Amendola, condannato a 21 anni e quattro mesi come esecutore materiale dell’omicidio al termine del processo con rito abbreviato. La donna ha confermato di aver trovato in un armadio la lettera con la quale Perillo ordinò al figlio di uccidere Teresa e ha rivolto al geometra pesanti accuse, ritenendolo responsabile di avere circuito il figlio offrendogli del denaro. Oltre ad Amendola, è stato condannato come esecutore materiale dell’omicidio anche Giuseppe Avolio: per lui 18 anni di carcere. purtroppo nessunoriuscirà mai a ridare Teresa alle sue due figlie.

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