Il Prefetto di Napoli alla Commissione Parlamentare Antimafia: “Raccordo Stato e società civile contro la criminalità”

Il Prefetto di Napoli Claudio Palomba in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere parla di quanto alcune zone siano pericolose e di quanto l’assenza di politiche abitative e inclusive possano diventarlo ancora di più.

Non solo Castellammare, San Giuseppe Vesuviano e Torre Annunziata, i Comuni per i quali il Prefetto ha già firmato lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Palomba parla apertamente di politica e camorra, di quanto si debba riformare la macchina amministrativa e quella della giustizia e di quanto andrebbe costituito un gruppo che assieme alla repressione analizzi e monotori le evoluzioni dei territori.

“Arzano e Caivano – dice il prefetto – vivono una situazione complessa che merita di essere approfondita. E’ opportuno partire dalle amministrazioni comunali, in 5 mesi ci sono state 3 proposte di scioglimento consigli comunali. Altri tre sono già sciolti: Marano (al 4 scioglimento) Sant’Antimo e Villaricca, altri tre sono sotto accertamento, per due saranno chiesti gli accessi agli atti.

Il fenomeno è davvero preoccupante. Occorre una riflessione. Ho fatto fare un esame per gli amministratori interessati dagli scioglimenti, i tipi di reati, la contiguità, i legami diretti e indiretti con la criminalità. Ci sono soggetti incandidabili con sentenze di un certo rilievo dove è acclarato il collegamento diretto o indiretto dell’amministratore con la camorra.

Quali e di chi sono le responsabilità? Andrebbe rivisto il sistema che regola gli scioglimenti. Spesso il problema è la dirigenza dei comuni che restano in forze anche 20 anni. Se sciogliamo il consiglio comunale e lasciamo in essere la struttura amministrativa, non si cambia mai. Il caso di Villaricca anche è esemplare: in undici anni 3 volte sciolto.

Ad Arzano, con un’amministrazione comunale insediata da poco che usciva da una gestione commissariale, la situazione è difficile: ci sono alcuni clan radicati da anni: ci sono la 167 e il Parco Verde, polmoni di criminalità. Lì esiste la delinquenza comune, quella organizzata e quella legata alla gestione degli alloggi popolari su cui va fatta un’analisi approfondita.

Per gli alloggi popolari, infatti – continua il Prefetto – non esistono graduatorie, nonostante ci sia un impegno da parte della Regione a riguardo, questo favorisce  le assegnazioni abusive. In riferimento alla storia della nonnina che al ritorno da Avellino ha trovato la sua casa occupata a Pizzofalcone, per esempio va agito a livello amministrativo, non sol orepressivo. Occupano case con donne incinte, bambini e altro. Ci vuole un’attività corale perché nel momento in cui la Prefettura sgombera, bisogna subito assegnare gli alloggi ai legittimi assegnatari.

Lo Stato deve dare segnali forti, non solo a Napoli ma in tutta la regione. Solo nel Parco Verde ci sono 6000 occupanti e sgomberare tutto sarebbe una guerra. È essenziale uscire ed entrare dalle abitazioni: sono necessarie le graduatorie, senza cui il problema casa non si risolve.

Ad Arzano e Caivano poi, mancano quasi totalmente come in tanti altri comuni gli impianti di videosorveglianza. Le minacce al comandante dei vigili e a don Patriciello, non hanno verifiche perché non ci sono telecamere. Non è tutto marcio, però: ad Arzano ci sono insediamenti produttivi di altissimo livello, dove gli imprenditori hanno dato la disponibilità economica a contribuire alla video sorveglianza e al decoro urbano, importante quanto la sicurezza pubblica.

In queste zone c’è dispersione scolastica: al quartiere Salicelle ad Afragola c’è il 60% di dispersione scolastica.

Con don Mimmo Battaglia, l’arcivescovo di Napoli, gli amministratori, i dirigenti scolastici e sportivi attueremo tavoli di sicurezza che puntino al governo del territorio per conoscere tutto quello che succede in una data realtà. Napoli ha bisogno di assistenti sociali oltre che di forze dell’ordine. Il loro numero è deprimente. Il vero pnrr dovrebbe essere questo: creare forme alternative alla sola repressione. Oggi l’età dei baby criminali è ancora più bassa. Lo Stato però, troppe volte da solo è impreparato”.

 

 

 

 

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