Il Covid uccide il procuratore aggiunto presso la Procura di Napoli Luigi Frunzio: sue le indagini sui Casalesi e sull’affare rifiuti

E’ morto un servo dello Stato, un uomo tutto d’un pezzo che ha fatto della lotta al crimine organizzato il suo motivo di vita. Sue le indagini coordinate contro il super cartello della camorra dei Casalesi e quelle sull’affare rifiuti. Dopo diversi mesi di ricovero in ospedale a causa del Covid, quando sembrava che tutto stesse volgendo al meglio, è deceduto, in una clinica di Imola, il procuratore aggiunto presso la Procura di Napoli Luigi Frunzio. Il magistrato, coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, aveva 64 anni: lascia la moglie, Simona, e le sue bambine. Luigi Frunzio, aveva avuto altri due figli da un precedente matrimonio con la signora Margherita: Gaia, che ora è notaio, e Vincenzo. Entrambi sono stati molto vicini al padre, durante la sua drammatica malattia. In clinica il dottor Frunzio era stato trasferito qualche giorno fa: lì avrebbe dovuto iniziare la riabilitazione dopo essere stato dimesso a seguito della sua guarigione dal virus. Sono innumerevoli le indagini che il procuratore aggiunto e coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha portato avanti insieme con i suoi magistrati, affiancato dal procuratore Giovanni Melillo.

il procuratore di Napoli Giovanni Melillo

Molte hanno riguardano il clan dei Casalesi e l’infiltrazione della mafia campana nell’imprenditoria. Le ultime attività coordinate dal magistrato scomparso oggi all’età di 64 anni, hanno riguardato anche i tentativi della criminalità di organizzata di insinuarsi nelle amministrazioni pubbliche attraverso il voto di scambio. Anche l'”affare rifiuti” della camorra era finito nel mirino del procuratore aggiunto Frunzio. Di recente, sotto il suo coordinamento, la Procura Antimafia partenopea ha messo a segno, tra l’altro, il sequestro del cosiddetto “tesoro” del superboss ergastolano del clan dei Casalesi Michele Zagaria, composto da appartamenti, ville di lusso, società e centri benessere, per un valore di decine e decine di milioni di euro, individuato dagli inquirenti a Pitesti, in Romania. Luigi Frunzio, infine, fu il sostituto procuratore che, nel 1991, decise di archiviare l’inchiesta a carico di Diego Armando Maradona relativa alla presunta frode fiscale sui compensi percepiti dal calciatore argentino durante i suoi sette anni di permanenza a Napoli. “Gigi era un uomo forte e mite, che ha lottato contro una malattia terribile con tutte le sue forze”, ha detto, in una nota, il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, che così esprime il suo cordoglio per la scomparsa del collega. “Un magistrato dalle doti rare – sottolinea il procuratore di Napoli – per prudenza di giudizio e rigore nelle valutazioni. Ma anche di grande umanità. Era amato da tutti gli uomini e le donne del nostro ufficio. Abbiamo tutti perso un amico e un punto di riferimento insostituibile. E’ un giorno tristissimo per tutti noi”.

 

 

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