GOOD NEWS – Un laboratorio creativo a Portici ridona vita alle cose da buttare: Carta da Zucchero, riscrive tante storie passate e future dietro al legno col colore

Portici – Donare una nuova vita a mobili che non soddisfano più le esigenze di chi li possiede, senza però perdere ricordi e qualità. È con questo spirito che a Portici nasce “Carta da zucchero”, laboratorio di restauro decorativo della giovane decoratrice Cristina Coppa. Un progetto che parte da una profonda riflessione su una società  che gira intorno all’idea dell’usa e getta. “Il concetto che ho sposato – racconta Cristina – è quello del riutilizzo. Siamo tutti troppo convinti di avere un’altra scelta, per cui tendiamo a non conservare, aggiustare, curare, ma a sostituire. Un giorno mi sono soffermata su un comodino che avevo in casa. Era in legno di mogano pregiato, ma troppo scuro e triste. Così ho pensato di ricolorarlo, anche se non sapevo neppure come mantenere un pennello. Ma mi sono detta:  tanto non mi piace più. Cosa potrebbe succedere? E così, ci ho provato. E da quel comodino non ho smesso più. Ho frequentato corsi per la tecnica di restauro e falegnameria, poi ho iniziato a lavorare su mobili personalizzandoli con restyling più moderni, trovando anche forti consensi nelle scelte stilistiche”.

Da armadi a librerie: passione e originalità sono l’anima dei lavori  firmati “Carta da zucchero”, il cui segreto è quello di trovare il giusto compromesso tra lo stile del mobile e il contesto in cui abiterà . “I colori – continua Cristina –  caratterizzano l’ambiente e l’umore, quindi bisogna sceglierli con cognizione di causa. Le persone non osano, non si spostano con facilità dai toni neutri, devono proprio fidarsi tanto per lasciarsi andare a toni più decisi. Col tempo, ho imparato a capire anche i gusti e il carattere delle persone che decidono di cambiare colore ai mobili”. E quando non si tratta di una questione pratica, dietro il desiderio di trasformare un mobile, spesso si nasconde una forte voglia di rinnovamento, una rivoluzione personale. “Il legno – prosegue Cristina – è un vettore di energia. Quando lo lavoro, sembra di immaginare il contesto che ha assorbito le tensioni o, al contrario, la serenità che è in casa. Nel cambio look sembra di potergli dare una seconda possibilità, come se quel lavoro, che è tutto nella preparazione, venisse ripagato da un colpo d’occhio che cade su una nuova luce, come quando ti senti dentro un abito su misura, finalmente a tuo agio. Sei soddisfatto di come vedi che alla fine quel mobile andrà benissimo nel nuovo ambiente. Dico sempre che il futuro è nel passato, bisogna usare meglio ciò che si ha prima di disfarsene. Ecosostenibilità e riuso sono temi urgenti da mettere in pratica e spero che il mio impegno personale sia di esempio a chi crede ancora che basti sperare che le cose vadano meglio per tutti”.

Donatella Alonzi

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