E’ morta Elisa Russo: donna, moglie, mamma, imprenditrice e politica sempre dalla parte degli ultimi e in prima linea contro la violenza sulle donne

La morte non è mai bella. Tutti sappiamo esiste, ma quando colpisce una persona cara o un amico, assume i caratteri della tragedia. Il vesuviano e tutto il Sud sono in lutto per la morte di Elisa Russo, l’imprenditrice, la moglie, la mamma e la politica impegnata da sempre contro le violenze, a favore delle donne e degli ultimi. Purtroppo Elisa, che di battaglie per gli altri ne ha combattuto tante, non ha vinto quella che stava combattendo contro il Covid. Fondatrice dell’associazione “La forza delle donne” Elisa ha speso una vita intera al servizio degli altri. Bella, elegante e sempre col sorriso sulle labbra ha condotto la sua vita fortunata a favore di chi nella vita di sfortune ne aveva conosciute tante. A chi scrive ancora non sembra vero. Elisa è la zia di Giovanni Russo, un giovane che come lei ha creduto nell’impegno politico come una traiettoria dalla quale si potessero cambiare le cose. Ci siamo conosciuti per caso, perché Elisa decise di candidarsi al parlamento con Forza Italia, qualche anno fa. Chi scrive non ha grossi rapporti con la politica dei partiti, ma in ogni partito conosce belle e brutte persone. Elisa aveva bisogno di consigli per la campagna elettorale che infervorava a quel tempo.

Decidemmo assieme che il claim della sua campagna dovessere essere “una vesuviana a Roma per il vesuviano” e le consigliai di farsi fotografare con una valigia con su scritto Vesuvio”. Di elisa ricordo le risate, le eterne sigarette e gli aperitivi. L’amore incondizionato per il marito e per i figli, suo orgoglio. E poi un’energia grande profusa sempre a favore degli altri. Non è stato un rapporto idilliaco il nostro. Ci sono stati scontri, incontri e telefonate staccate. Quel sorriso però ti faceva capire lo spessore della donna, l’entusiasmo della persona. Quel sorriso metteva fine a tutti gli screzi. E poi scoprii che Elisa era amica di una collega e amica giornalista che stimo tantissimo, dai tempi dei banchi di scuola a Cronache di Napol, Francesca Socgnamiglio e se Franci si fidava così tanto di questa donna, significa che un po’ potevo farlo anche io. In una campagna elettorale se dai input per la comunicazione non puoi stravolgere una persona, non puoi imporgli la linea e basta. Devi far leva su quello che è per enfatizzarlo. Con Elisa decidemmo che Elisa doveva essere se stessa. Conobbi pezzi della sua famiglia, genuini come lei, persone che tranne Giovanni, il nipote preferito, con la politica non ci avevano a che fare perché impegnati nelle loro imprese che danno lavoro a un sacco di persone. Se ad Elisa dicevi di non mettere un completo troppo appariscente, lei faceva il contrario e nella su eleganza sempre curata, riusciva dirompente comunque.

Mi ricordo che quando annunciò la sua candidatura con Forza Italia, la chiamarono tutti i responsabili degli altri partiti, anche a sinistra e si complimentarono con lei. Mi ricordo le battaglie con le donne e per le donne. Mi ricordo l’energia, il sorriso e quell’agenda sempre piena di impegni, per poi finire a casa la sera perché doveva stare coi suoi uomini. Ecco Elisa Russo non era impegnata in politica perché non aveva una vita, ma ne teneva tre, forse quattro e quella più importante era sempre quella di moglie e mamma. Voleva bene ai suoi dipendenti e conosceva uno per uno i nomi dei figli e delle mogli. Negli ultimi tempi, quasi non ci sentivamo più. Finita l’esperienza, andata male col parlamento, ci siamo visti sporadicamente. La stima era rimasta invariata, poi lei scelse di inseguire il sogno (per me incubo) della Lega di Matteo Salvini e le dissi di continuare con l’associazione e non disperdere le sue energie dietro la politica che però amava davvero. Lei mi disse che credeva in Salvini, io le risposi “Fai pure”. Poi ho saputo del Covid e della sua battaglia che durava da inizio maggio. Ieri sera della sua fine. Politica e divergenze a parte, sarei lieto se la sua associazione “La forza delle donne” continuasse a vivere. Sarei onorato di farne parte, per mantenere vivo quel sorriso che mi resterà sempre impresso.

Paolo Perrotta

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.