DAL MENSILE DI OTTOBRE – Portici si candida sempre più a Capitale del Turismo vesuviano con il suo polo museale (Pietrarsa, Palazzo Reale e Museo del Mare)

Portici si candida sempre più a capitale del Turismo vesuviano con il suo polo museale. Una Portici che guarda al mare e al suo polmone verde; all’Architettura e alla Natura; all’Innovazione Tecnologica e alla Storia.

Oltre diecimila presenze, nelle scorse settimane a Pietrarsa per l’evento “Hera”: un punto di riferimento per il Sud-Italia, e non solo, del wedding nazionale con sfilate di settore, grandi brand e passerelle tutti i giorni, ma anche workshop di food, design, make up e viaggi, serate a tema, aperitivi glam e i consigli di chef stellati per diventare spose e mogli perfette anche a tavola. L’appuntamento, arrivato alla sua seconda edizione, prende il nome dalla Dea della fedeltà e della fertilità e porta in fiera oltre 70 espositori da tutta Italia. Un itinerario nel mondo delle nozze che, grazie alla convenzione con il Museo di Pietrarsa, si è trasformato anche in un viaggio nel tempo e nei sentimenti. La visita al Museo ha consentito, infatti, ai visitatori di intraprendere un viaggio nel passato tra i treni e le locomotive che hanno rappresentato le Ferrovie Italiane negli ultimi 178 anni. Il Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive fu fondato nel 1840 per volere di Ferdinando II di Borbone per indicare il luogo dove costruire le prime officine ferroviarie delle Due Sicilie e dell’intera Penisola, un’area chiamata “Pietra Bianca” e in seguito “Pietrarsa” dopo un’eruzione del Vesuvio che portò la lava fino a quel punto della costa. Il Museo di Pietrarsa fu inaugurato nel 1989 in uno dei più importanti complessi di archeologia industriale italiana e rappresenta oggi uno dei più importanti musei ferroviari in Europa. Sviluppato su un’area di 36mila metri quadrati, di cui 14mila coperti, è collocato in una suggestiva posizione tra il mare e il Vesuvio, con una spettacolare vista sul Golfo di Napoli. I tanti visitatori hanno potuto anche effettuare il viaggio virtuale, con la realtà aumentata, con il primo treno della Napoli – Portici: la mitica Bayard, la locomotiva gemella alla più storica Vesuvio che trainò, esattamente 178 anni fa, il convoglio inaugurale della prima ferrovia di Italia con a bordo re Ferdinando II di Borbone e la famiglia reale. In occasione dell’anniversario, lo scorso 1 Ottobre, boom di turisti e giovani visitatori per festeggiare lo storico avvenimento, sponsorizzato dal Museo Nazionale.

Non solo Pietrarsa, importanti novità nella cittadina vesuviana anche per quanto riguarda la sua splendida Reggia. Grazie alla collaborazione tra il Centro Museale, il Dipartimento di Agraria e la Città di Portici, il Palazzo Reale col suo Orto Botanico ed il Museo Hercolanense, infatti, saranno visitabili dal giovedì alla domenica semplicemente acquistando il biglietto di ingresso nella biglietteria attivata all’interno della Reggia. Fino a ieri le visite erano ammesse solo per gruppi e su prenotazione mentre oggi, come si conviene ad un museo tradizionale, basterà acquistare il biglietto al costo di cinque euro per accedere al sito. Le visite guidate per gruppi di massimo 20 persone saranno organizzate su prenotazione mentre per i bambini fino a sei anni l’ingresso sarà gratuito, peri i ragazzi dai 6 ai 17 anni costerà tre euro. “Tutto questo è stato reso possibile grazie all’impegno ed alla fattiva collaborazione tra il Dipartimento di Agraria della Università Federico II, il Centro Museale e la Città di Portici – ha spiegato il direttore del dipartimento, Matteo Loridocon l’obiettivo di valorizzare sempre al meglio il sito reale”. “Da oggi si compie un importante passo in avanti nella direzione della piena fruizione dei tesori che la nostra città conserva – ha sottolineato il sindaco, Vincenzo Cuomo – ed in questa direzione continueremo a lavorare per ampliare sempre di più e qualificare, anche attraverso i grandi eventi, il patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico della città”.

Dal Centro Storico di Portici alla sua costa; precisamente al suo molo borbonico: il Granatello che ospita da inizi 2017 il Museo del Mare. Dove prima vi erano le corna dei buoi ad indicare il mattatoio borbonico, oggi ci sono i simboli di due tartarughe. Dove, prima, sulle pareti, vi era muffa e cenere, ora ci sono le fotografie di alcuni dei più illustri fotografi subacquei campani e nazionali (tra cui l’amico, compagno di immersioni e biologo marino Pasquale Vassallo, eccellenza partenopea, che ha offerto notevoli spunti sul mare di Napoli per questo giornale). Era un macello borbonico. Restaurato con fondi europei, prima di essere abbandonato e vandalizzato, rischiava, a seguito di un “macello” politico, di diventare un ristorante gestito da una società titolare di un albergo ad ore a Giugliano, ed oggi, dopo l’inaugurazione della scorsa primavera, è finalmente ed ufficialmente un centro di ricerca all’avanguardia che ben si inserisce nel suggestivo litorale di Portici, già ricco di attrattori turistico-scientifici quali l’Enea; le Ville Vesuviane; Il Palazzo e il Bosco Reale; il Museo di Pietrarsa e il Lungomare (che a breve dovrebbe essere completamente riqualificato). Un’operazione che permetterà, grazie all’utilizzo di strumenti di avanguardia, anche il monitoraggio delle acque e, soprattutto, degli scarichi abusivi, purtroppo ancora oggi presenti lungo la costa vesuviana, tornata da qualche anno quasi completamente balneabile nonostante la presenza di qualche fogna non ancora collettizzata e indirizzata al collettore di Napoli est. Un passo importante per la salute del nostro territorio con una riuscita sinergia tra pubblico (Città Metropolitana, Regione Campania, Comune e Capitaneria di Porto) e privato e l’impegno di ripartire dall’Innovazione e dal Turismo per la valorizzazione del mare che bagna il Vesuvio: da sempre ricco di biodiversità e di numerosi e interessanti punti di immersione, ma maltrattato da anni e anni di inquinamento. Sperando che il nostro mare abbia la stessa capacità di rigenerarsi delle tartarughe marine curate nel Museo che ci auguriamo di rivedere presto in giro, libere, per le acque che bagnano la nostra meravigliosa e suggestiva costa.

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