Da Napoli a Detroit: il viaggio di Cucinì, il film prodotto da Slow Food Napoli conquista gli Stati Uniti d’America

È noto che la cucina sia uno straordinario veicolo di diffusione e contaminazione culturale. Ecco dunque giungere un’ulteriore conferma dalla transvolata oceanica che legherà a breve Napoli e Detroit. L’occasione è fornita da Cucinì, il film documentario prodotto da Slow Food Napoli per la regia di Ciro Fabbricino che dichiara come propria “missione” la volontà di restituire al pubblico la misura di quanto nobile e profonda sia la storia del cibo a Napoli.

Cucinì descrive una traiettoria di viaggio dentro i sapori, gli odori e i colori della tradizione gastronomica partenopea, attraverso lo sguardo di chi ha scelto di essere “un napoletano che cucina”.

Al centro del documentario ci sono cinque cuochi napoletani che raccontano il proprio percorso umano e professionale, aprendo le porte della loro passione e memoria, prima ancora che delle loro cucine: Gena Iodice, Antonio Tubelli, Raffaele Cardillo, Peppe Maiorano e Mario Avallone. Le loro emozioni e ricette sono accompagnate dalle ricerche storiche curate da Giovanni Serritelli con le quali si traccia un itinerario, attraverso i secoli, dell’arte culinaria napoletana.

Grazie alla selezione dell’Italian Film Festival USA (realizzato anche grazie al sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura), Cucinì avrà infatti ben 8 repliche negli States iniziando il suo tour da St. Louis per poi proseguire verso Cleveland, Phoenix, Portland, Madison, Milwaukee e Detroit.

In particolare, quest’ultima tappa prevista il 28 aprile alle 20,00 sarà anche l’occasione per un incontro tra chi condivide la passione “slow” ovvero le comunità Slow Food Napoli e quella di Detroit Central City. All’appuntamento parteciperanno, oltre al regista Ciro Fabbricino, il Fiduciario Slow Food Napoli Rino Silvestro e ovviamente il locale Convivium Slow Food.

Il film, che aveva conquistato la candidatura al David di Donatello 2018, è ora in lizza per il Globo d’Oro nella sezione Documentari. La voce narrante è di Renato Carpentieri, recentemente insignito del David di Donatello per “La tenerezza”. Le letture, tratte da autori dell’Ottocento e del primo Novecento napoletano, sono di Antonio Casagrande.

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