Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, tratta di cuccioli: sono questi i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2016 redatto daLLA LAV

1420275486918.jpg--lotta_combattimenti_cani

Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, tratta di cuccioli: sono questi i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2016 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto, “Crimini organizzati contro gli animali”,  alla sua diciassettesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2015.

“La Campania si conferma, purtroppo, tra le regioni  più a rischio criminalità zoomafiosa- sostiene il dottor Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Nazionale  Zoomafia della LAV e autore del Rapporto –. I profitti economici legati allo sfruttamento criminale degli animali rappresentano una fonte di guadagno importante per i vari gruppi di delinquenti dediti a tali traffici. Gruppi che estendono la loro azione criminale anche in altre regioni, si pensi al traffico di cuccioli, ai combattimenti tra cani o alle corse clandestine di cavalli”.

 

Traffico di cuccioli

Il traffico di cuccioli trova in Campania centri di arrivo e smistamento di animali tra i più organizzati e importanti nell’intero Paese. Tra le persone denunciate l’anno scorso, o condannate in primo grado perché coinvolte nel traffico internazionale di cuccioli, vi sono diversi campani, tra l’altro alcuni dei quali già recidivi e denunciati più volte. Un’indagine della Procura di Napoli Nord ha portato al sequestro preventivo di strutture ad Aversa e di numerosi negozi in Veneto. L’inchiesta ha coinvolto titolari di negozi a Rovigo, Lecce, Volla e Afragola, tutti indagati per traffico illecito di animali da compagnia, maltrattamento di animali, uso di atto falso e frode in commercio. Un’altra indagine condotta dalla Forestale nell’Agro Nocerino-Sarnese sul traffico di cuccioli ha portato alla denuncia di tre persone per abbandono di animali, diffusione di malattia, false dichiarazioni e violazioni alle norme in materia fiscale e tributaria.

 

Corse clandestine di cavalli, ippodromi & scommesse

In Campania le corse clandestine di cavalli rappresentano una preoccupante realtà criminale. Nel 2015 sono stati confiscati alla criminalità organizzata numerosi cavalli da corsa. Il 6 maggio 2015, otto persone sono state arrestate dalla Squadra mobile della Questura di Napoli in un’operazione scattata nella zona di Nola contro il clan Marotta, a conclusione di un’inchiesta della DDA di Napoli che ha riguardato anche l’organizzazione di gare con cavalli sottoposti a trattamenti dopanti.

Nei confronti di un uomo di origini campane con dimora abituale a Grottaglie (TA), con precedenti per reati in materia di sostanze stupefacenti, la prima sezione penale del Tribunale di Taranto, ha disposto la confisca di beni per circa due milioni di euro tra cui una scuderia con sede a Gragnano comprensiva di 19 cavalli impiegati in corse ippiche ufficiali nazionali.

Tra i beni sequestrati il 10 giugno 2015 dalla Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla DDA milanese e trasmessa a quella di Napoli, a Giovanni Nuvoletta, figlio del defunto boss di Marano Lorenzo, vi era anche una società srl, che gestiva una scuderia ippica per la partecipazione a competizioni e gare nazionali e la vendita e l’acquisto di cavalli da corsa di un certo valore agonistico.

Un altro cavallo da corsa è stato sequestrato a un boss dei Casalesi nel mese di dicembre 2015, dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli.

Continuano le segnalazioni relative agli allenamenti di cavalli sulla spiaggia di Cuma o nei pressi dell’Aeroporto di Capodichino e in altre zone. Su YouTube tantissimi video di corse clandestine di cavalli, girati dagli organizzatori, svolte in Campania, con tanto di colonna sonora di cantanti neomelodici.

Altro settore di infiltrazione della criminalità organizzata è quello delle corse ippiche ufficiali, dove l’illiceità delle attività può riguardare sia la gestione delle scommesse presso i punti autorizzati sia la gestione delle stesse corse che possono essere influenzate da accordi occulti tra scuderie o driver, da atteggiamenti minatori verso i fantini o dalla pratica del doping sugli animali. Nel mese di marzo 2015, i Carabinieri hanno denunciato 8 organizzatori di scommesse clandestine all’ippodromo di Agnano. Denunciati anche 10 scommettitori. Secondo i dati del laboratorio ufficiale per le analisi antidoping, diversi cavalli che hanno partecipato a gare ufficiali in Campania nel 2015 sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. All’ippodromo di Aversa sono risultati positivi 3 cavalli, a Napoli 4 e a Pontecagnano 1. Betametasone, Detomidina, Desametasone, Idrossietilpromazina-sulfossido (metabolita Acepromazina), Idrossi Xilazina,  e Testosterone: queste alcune delle sostanze trovare nei cavalli da corsa in Campania nel 2015.

 

Combattimenti

I combattimenti tra cani sono ritornati ad essere un’emergenza. Già da alcuni anni avevamo indicato segnali che facevano intravedere una ripresa del fenomeno, ma ora possiamo dire, agli esiti giudiziari e investigativi, che ci troviamo innanzi ad una nuova emergenza. Il 48% dei cani da combattimento sequestrati in Italia nel 2015, 22 su 46, sono stati sequestrati in Campania, e il 33% delle persone denunciate, 7 su 21, sono campane. Per contrastare il preoccupante aumento delle lotte clandestine dal 1° luglio 2016 è tornato attivo il numero nazionale LAV “SOS Combattimenti” tel. 064461206. Lo scopo è quello di raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali.

Nel mese di giugno 2015, il Compartimento Polizia Postale di Napoli ha denunciato 4 persone, fra cui un minorenne, responsabili a vario titolo di sevizie e maltrattamenti a cani «finalizzati all’organizzazione di combattimenti mortali nel corso dei quali avvenivano scommesse clandestine con puntate di elevato importo». Tutto è partito da un video messo in rete in cui si vedevano alcune persone, viso coperto, mentre prendevano accordi per una scommessa con scambio di soldi. Poi un dogo argentino è stato messo nel box di un cane meticcio: una vera mattanza. Il tutto alla presenza di due bambini. Nel mese di maggio 2015, a Torre del Greco, la polizia municipale e i Carabinieri hanno scoperto in un fondo agricolo un allevamento clandestino con 6 pit bull. Una persona è stata denunciata. Dopo poche settimane, sempre la polizia municipale di Torre del Greco ha trovato 8 pit bull tenuti in un allevamento abusivo gestito da un ex dipendente comunale, già in passato denunciato per fatti simili. Ancora a Torre del Greco, nel mese di luglio 2015 la polizia ha sequestrato tre pit bull legati a catene cortissime e denunciato un ventenne.  Il 3 settembre 2015, invece, i Carabinieri hanno trovato su un terrazzo condominiale delle “Case celesti” due pit bull con ferite da combattimento.

 

I traffici internazionali di fauna e il bracconaggio

Un traffico fiorente e preoccupante quello della fauna in Campania. Oltre cento esemplari di rettili e anfibi, fra cui 3 crotali (Crotalus lepidus), meglio conosciuti come serpenti a sonagli, e un varano (Varanus exanthematicus) inclusi nella lista degli animali non detenibili e pericolosi, oltre a 11 pitoni reali (Python regius) e 40 Dendrobates note come “rane freccia” sono stati sequestrati nel Napoletano dal Corpo forestale dello Stato, nel mese di dicembre 2015. Sono stati denunciati 4 giovani.

L’uccellagione e la vendita di fauna selvatica, in particolare di cardellini, trovano in Campania, soprattutto a Napoli e Caserta, mercati illegali molto attivi nei quali sono coinvolti pluripregiudicati. Molti uccellatori napoletani vanno in trasferta in Puglia e Lazio per catturare gli uccelli e rivenderli poi nei mercati campani.

Il bracconaggio sulle isole, in particolare Ischia, e in alcune zone in provincia di Napoli e Caserta, si presenta come un’attività sistematica e organizzata. Armi clandestine, munizioni illegali, fucili con matricola abrasa, richiami acustici vietati, reti, trappole, caccia in parchi nazionali, in periodo di chiusura, porto abusivo di armi, maltrattamento, furto venatorio: è la cornice del bracconaggio campano. Nella mattinata del 27 giugno 2015, nell’ambito di un’indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord, i Carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, di 3 manufatti, cosiddette “vasche” , e invasi, utilizzati per l’attività venatoria illegale nel territorio di Villa Literno (CE). Le “vasche”, bacini idrici artificiali con annesso “bunker” in cemento o in ferro con tettoia scorrevole in metallo, vengono affittati ai bracconieri per un costo che oscilla dai 6000 ai 12000 euro annui per un giro d’affari ipotizzato di oltre  un milione di euro. La Forestale di Caserta in due mesi ha sequestrato 22 fucili, alcuni modificati, oltre 3000 cartucce, svariate decine di richiami acustici e numerose specie di anatidi. Sono stati denunciati 24 cacciatori di frodo, uomini dai 25 ai 60 anni, appartenenti a tutti i ceti sociali, anche elevati.

 

 

Un mare di illegalità

Sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel comparto della pesca e della vendita di pesce, si registrano diversi interventi dell’antimafia. Secondo da DIA, il gruppo Mariano avrebbe orientato i suoi interessi verso il controllo del mercato ittico partenopeo e delle forniture alimentari. Il clan D’Alessandro da anni ha interessi nella vendita di pesce all’ingrosso e al dettaglio e avrebbe controllato anche tre  stand del mercato ittico di Salerno. L’indagine è della Direzione Distrettuale Antimafia, che nel novembre 2015 ha messo sotto inchiesta diciannove persone. Il sodalizio aveva ampliato i suoi interesse con un investimento in un allevamento di pesce in Grecia, dopo aver impiantato pescherie a Castellammare e avere esteso le attività fino in Veneto.

Ma vi è una sorta di illegalità diffusa che va dalla pesca al commercio al dettaglio. Raccolta di datteri e di ricci di mare destinati al mercato clandestino;  pesca illegale di tonno rosso; pesca di frodo con esplosivi; frutti di mare raccolti in acque inquinate; vendita di pesce sottomisura; furti di ostriche da allevamenti; allevamenti di cozze abusivi; uso di mezzi non consentiti; prelievo di acqua di mare per essere venduta alle pescherie per “rinfrescare” il pesce, senza essere filtrata nè depurata: sono solo gli aspetti più noti dell’illegalità nel settore della pesca. Nel mese di aprile 2015 sono stati sequestrati dalla Guardia Costiera di Pozzuoli circa dieci quintali di tonno rosso pescato illegalmente. La Capitaneria di Porto di Salerno, su segnalazione della LAV, il 19 febbraio 2015 ha accertato che presso una nota pescheria di Salerno era in vendita un esemplare di squalo volpe maschio (Alopias vulpinus) delle dimensioni di quasi 5 metri di lunghezza e del peso di circa 150 Kg.

 

La “Cupola del bestiame”

Un vero sistema di malaffare legato alla gestione di allevamenti, alle truffe, al furto di animali “da allevamento”, alla falsificazione di documenti sanitari e, spesso, con infiltrazioni della criminalità organizzata, inquina il comparto zootecnico. Le varie relazioni semestrali della DIA citano spesso casi relativi alle infiltrazioni da parte di gruppi camorristi campani nella zootecnia e ai tentativi di controllare la “filiera” della carne o della produzione di latticini. Il 17 dicembre 2015, gli uomini della DIA di Napoli hanno eseguito tre diversi provvedimenti di confisca di beni per un valore complessivo di oltre 6 milioni, nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti al clan dei Casalesi. Uno dei provvedimenti, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha riguardato anche l’allevamento di Cancello Arnone dove nel 2008 venne ucciso Umberto Bidognetti, padre del collaboratore di giustizia Domenico. In un’altra operazione sono stati confiscati beni per un valore di circa 1,4 milioni di euro a Paolo Schiavone, figlio di Francesco Schiavone. Il decreto di confisca ha riguardato anche un allevamento di bovini e bufale per la produzione latte di Casal di Principe. A dicembre 2015, il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli ha sequestrato beni mobili e immobili per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro, tra cui un allevamento di bufale campane, a un boss dei Casalesi detenuto dopo essere stato condannato a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo camorristico nell’ambito del processo “Spartacus 3”.

Altro settore di interesse criminale, anche se non strettamente riconducibile alla classica criminalità organizzata, è quello delle sofisticazioni alimentari che determina sempre maggiore allarme sociale. Tonnellate di alimenti di origine animale sequestrate. Scampi, calamari, mazzancolle, razze, merluzzi, in cattivo stato di conservazione sequestrati dalla Forestale a Benevento; una tonnellata di strutto alimentare e salumi stagionati privi di tracciabilità trovati a Napoli; un laboratorio clandestino a Villaricca dove prosciutti provenienti dalla Polonia venivano disossati ed etichettati con marchi di prosciutti italiani; salsicce, prodotti caseari in cattivo stato di conservazione e privi di etichettatura sequestri dalla Forestale nel Salernitano; violazioni nella commercializzazione dei “prodotti ittici” tenuti in celle frigo in cattivo stato di conservazione, dove presentavano evidenti segni di brinamento, oltre che “prodotti ittici” e alimentari scaduti e non commestibili, trovati dalla Capitaneria di Porto in provincia di Avellino: questi alcuni casi accertati in Campania nel 2015.

 

I dati delle Procure

L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle  Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2015, sia noti che a carico di ignoti, e al numero indagati per reati a danno di animali. Per la Campania le risposte sono arrivate da 6 Procure Ordinarie su 10 (non hanno risposto le Procure di Avellino, Benevento, Napoli, e Torre Annunziata) e da tutte e due le Procure Minorili, quella di Napoli e quella di Salerno.

In particolare per quanto riguarda le Procure Ordinarie:

Napoli Nord: 12 procedimenti e 7 indagati per uccisione di animali; 52 proc. e 61 indag. per maltrattamento di animali. Nel 2015 ci sono stati in totale 64 procedimenti e 68 indagati. Rispetto al 2014, c’è stato un aumento del +10% dei procedimenti (64 rispetto ai 58 del 2014) e un aumento del +6% del numero degli indagati (68 rispetto a 64 del 2014).

Nocera Inferiore: 9 procedimenti e 3 indagati per uccisione di animali; 13 proc. e 8 indag. per maltrattamento di animali; 1 procedimento a carico di ignoti per organizzazione di combattimenti tra cani o competizione non autorizzate; 3  proc. e 3 indagati per uccisione di animale altrui; 11 proc. con 10 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 13 proc. e 16 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale 50 procedimenti e 40 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2014 per un confronto con il 2015.

Nola: 1 procedimento a carico di ignoti per uccisione di animali; 12 proc. e 10 indag. per maltrattamento di animali; 1 procedimento con 2 indagati per organizzazione di combattimenti tra cani o competizione non autorizzate; 2  proc. a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 9 proc. con 6 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 20 proc. e 17 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica; 1 proc. e 1 indag. per traffico di cuccioli. In totale 46 procedimenti e 36 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2014 per un confronto con il 2015.

Salerno: 13 procedimenti e 6 indagati per uccisione di animali; 27 proc. e 22 indag. per maltrattamento di animali; 2 proc. con 2 indag. per uccisione di animale altrui; 12 proc. con 5 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 13 proc. e 14 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale 67 procedimenti e 49 indagati. Nel 2015 c’è stata una diminuzione del’-25% dei fascicoli aperti per reati a danno di animali, e una diminuzione del -27% del numero degli indagati rispetto al 2014, passando i procedimenti da 90 a 67 e gli indagati da 67 a 49. La tendenza alla diminuzione è ancora più evidente se si confrontano i dati con quelli del 2013 anno in cui i procedimenti furono 120 e gli indagati 80: -44% dei procedimenti e -39% degli indagati rispetto al 2013.

Santa Maria Capua Vetere (CE):  15 procedimenti e 5 indagati per uccisione di animali; 43 proc. e 41 indag. per maltrattamento di animali; 1 proc. e 2 indag. per organizzazione di combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali; 5  proc. e 6 indagati per uccisione di animale altrui; 5 proc. con 4 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 35 proc. e 26 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. Totale 104 procedimenti e 84 indagati. Rispetto al 2014, i fascicoli sono diminuiti dell’-0.1%, passando da 105 a 104 e gli indagati aumentati del +4% passando da 81 a 84. Rispetto al 2013, invece, si registra una diminuzione dei fascicoli del’-29%, passando da 147 a 104 e una diminuzione del -51% degli indagati passando da 170 a 84.

Vallo della Lucania (SA): 1 proc. e 1 indag. per maltrattamento di animali; 1 proc. con 1 indag. per uccisione di animali altrui; 1 proc. e 1 indag. per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili. Totale 3 procedimenti e 3 indagati. Rispetto al 2014 i fascicoli sono diminuiti del -72%, passando da 11 a 3, mentre il numero degli indagati è invariato. Rispetto al 2013, invece, i fascicoli sono diminuiti del -44%, passando da 25 a 3, e gli indagati del -89% passando da 27 a 3.

Nell’intera regione nel 2015, in base ai dati di 6 Procure su 10, sono stati registrati 556 procedimenti penali per crimini contro gli animali con 280 indagati. Proiettando questo dato a livello regionale è possibile stabilire con una stima approssimativa che in Campania ogni 15 ore circa si apre un fascicolo per reati a danno di animali e ogni 18 ore circa c’è un nuovo indagato.

Per quanto  riguarda la Giustizia Minorile, sono pervenuti dati sia dalla Procura per i Minorenni di Napoli, presso la quale non sono stati registrati per il 2015 procedimenti penali per i reati in esame, e sia da quella di Salerno dove si registra un solo procedimento con un indagato per maltrattamento di animali.

“Il fatto che nell’ambito territoriale di competenza di alcune Procure statisticamente siano stati registrati meno  procedimenti penali per reati contro gli animali rispetto agli anni scorsi, crediamo sia dovuto ad una minore attività di prevenzione e di repressione, e non già all’effettiva diminuzione di tali crimini – continua Troiano –. Purtroppo altri segnali indicano che il maltrattamento di animali, anche nelle sue forme organizzate, mantiene intatta la sua pericolosità e diffusione. È opportuno ricordare che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. Molti reati, infatti, pur essendo stati commessi restano, per motivi vari, nascosti e non vengono registrati. Naturalmente, la quota di reati nascosti sul totale di quelli reali – il cosiddetto numero oscuro – varia a seconda del tipo di reato, soprattutto in funzione della sua gravità. Il reato di maltrattamento di animali per sua natura ha un numero oscuro altissimo. Sul piano investigativo occorrerebbe intervenire più approfonditamente e adottare strategie di contrasto più radicali. Parimenti occorrerebbe intensificare l’analisi e il contrasto a tutte le forme di maltrattamento organizzato di animali, come ad esempio i combattimenti tra animali e le corse clandestine di cavalli, per individuare e reprimere in primis proprio il loro profilo organizzato e programmato, poiché si tratta di forme di maltrattamento intrinsecamente consociative che trovano la loro consumazione solo sotto forma di evento pianificato e strutturato – conclude Troiano-”.

I commenti sono disabilitati