Arrestati i killer di Nunzia D’Amico, la donna boss del rione Conocal

Oggi, la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un esponente del clan camorristico De Micco, operante nel quartiere di Ponticelli, ritenuto responsabile di omicidio premeditato, detenzione e porto illegale di arma da sparo con l’aggravante di essere parte del clan De Micco. Le indagini, coordinate dalla Dda hanno consentito di individuare almeno due degli esecutori materiali di agguati, uno dei quali è rimasto, a sua volta, vittima di un agguato di camorra nel mese di agosto 2016.  Il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di Antonio De Martino, 30 anni, già condannato anche per un altro omicidio commesso nel mese di dicembre 2016, e Salvatore Solla.

«Levati stu cos a facc, fammi vedere chi sei». Furono queste le parole pronunciate da Nunzia D’Amico ‘a passillon quel 10 ottobre del 2015. Il giorno della sua morte. Morì così, nel suo rione, in via Flauto magico 294, nel suo Conocal divenuto in quei mesi la roccaforte dei D’Amico che non volevano arrendersi allo strapotere dei De Micco. Quel giorno la donna si è recata a trovare uno dei suoi figli in carcere e di ritorno nel suo rione si era intrattenuta a chiacchierare con alcuni vicini. E’ in quel momento che si materializzò dinnanzi a lei la sagoma di un sicario con il volto coperto da passamontagna. La donna cercò di rifugiarsi dietro delle auto in sosta invitando il sicario a mostrare il volto fino a quando quest’ultimo non la colpì mortalmente cinque volte.

L’omicidio oggetto dell’indagine è quello di Nunzia D’Amico, commesso il 10 ottobre 2015, frutto di una precisa strategia da parte del clan De Micco, avente come obiettivo non solo il controllo assoluto delle piazze di spaccio del Conocal ma anche la voglia di dimostrare di aver annientato il clan rivale dei D’Amico.

Per questo era stato deciso di colpire Nunzia D’Amico, ritenuta capo del clan rivale, all’interno della propria roccaforte. Un gesto eclatante che aveva lo scopo di rendere evidente la fine dell’organizzazione dei “fraulella”, e che rese necessario lo studio scrupoloso degli spostamenti di Nunzia D’Amico, la predisposizione di un alibi per i capi del clan e l’infiltrazione nella stessa famiglia D’Amico.

 

 

 

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