A Ottaviano, all’interno della sede di Viavai Vesuviani i “Fossili Metropolitani” di Gerardo Vangone

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Ottaviano – Nella suggestiva cornice dei Vivai Vesuviani s’inaugura, domenica 18 settembre alle ore 11,00, l’esposizione Fossili metropolitani dell’artista Gerardo Vangone. L’iniziativa, dedicata all’arte contemporanea con installazioni “site specific”, nasce in un’ottica di sempre maggiore integrazione tra cultura, storia, natura e innovazione. “La mutazione come fenomeno genetico – afferma Vangone –  costituisce  il comune denominatore tra l’uomo e la natura. Il primo come specie dominante o che tende a dominare. La seconda come sistema eternamente in movimento. La convivenza genera attrito-modificazioni che stanno conducendo alla catastrofe e a un punto di non ritorno. E quindi queste installazioni in sito nascono dall’esigenza di mostrare l’accostamento tra questi due mondi. Le sculture,  tutte realizzate con rifiuti urbani,  costituiscono un pretesto. La provocazione, attraverso la bellezza delle opere, fa saltar fuori i desideri, le anomalie, le contraddizioni  di un sistema prevalentemente distruttivo. La scelta del luogo non capita a caso, i Vivai Vesuviani sono, per la loro grandezza, il luogo ideale per questo  confronto. Qui c’è una forza magnetica tangibile, quella del vulcano e delle piante, molte delle quali secolari e prorompenti in maniera disarmante, quasi da luogo primordiale. L’accostamento dei due mondi induce a riflessioni di tipo filosofico sull’uomo e la sua esistenza lasciandoci delle domande a cui è difficile dare risposta.  L’essere umano è ormai una scheggia impazzita di questo sistema che è la natura? Lasceremo su questa terra solo fossili? Oppure un’altra vita è ancora possibile?”

Il formarsi delle sculture di Vangone è imprevedibile, un’estrema inafferrabilità dell’immagine del tempo, una sorta di stratificazione di memorie, dove passato, presente e futuro s’innervano e si controvertono. Il gesto dell’arte fa spazio con-fondendo la cronologia e in esso rimbalza l’urto del tempo irraggiungibile dei miti. Vangone propone una riconnessione con il trasformarsi delle cose nella quale risuona l’ibridazione dello spazio umano come destino apocalittico del mondo.

Alla pendici  del Vesuvio,  ove  storia,  cultura, tradizioni e miti si  fondono con  la passione del suo popolo, nasce a Ottaviano, il più bell’ esempio di valorizzazione del territorio: i “Vivai Vesuviani,  in cui l’utilizzo della risorsa madre, “la terra”, anziché  rappresentare  un ulteriore carico urbanistico e sfruttare  le poche aree periurbane, rappresenta oggi, per l’intero territorio vesuviano e non solo,  un elemento di vanto e di sviluppo ecosostenibile.

All’inizio del nuovo millennio, i due fratelli Ambrosio, Nicola e Michele, animati dalla passione familiare, trasmessa dalla madre, decidono di trasformare il loro sogno vissuto fino ad allora come fioristi, nella più  incantevole e nobile attività della coltivazione, dell’allevamento e cura di piante uniche,  “esemplari”, realizzando in poco più di 15 anni il più organizzato e ricco  vivaio ornamentale, che nel caso di specie  definirlo “vivaio”, rappresenta sicuramente una “diminutio”. Oggi  i Vivai Vesuviani assommano una superfice di più di 100.000 mq,, dove è facile perdersi tra viali incantevoli di ulivi millenari, di mirti centenari, di carrubi, querce, sugheri, palme,  yucche e altre bellissime piante,  migliaia di esemplari, ove ognuno di essi racconta la propria storia e i luoghi di origine, riproducendo ambienti e paesaggi unici e incantevoli. Il viaggio nel più grande orto botanico del centro sud avviene con macchine elettriche attraverso percorsi tematici ben definiti, si passa tra un connubio di emozioni e stupore tra piante tipiche dell’ambiente mediterraneo ad ambienti esotici e hawaiani, a scorci desertici messicani e angoli zen tipici dei più bei giardini in stile giapponese, il tutto sempre con una classificazione di tipo dentritico, delle diverse essenze incontrate, con una classificazione binomiale linneana, in modo da  rendere il percorso non solo piacevole ma anche formativo-didattico.

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