Strage di Forio, vittime e carnefici originari di Pomigliano d’Arco: Lyudmyla Velykgolova, e la mamma avevano denunciato la presenza dell’assassino sull’isola

Pomigliano d’Arco – La città delle fabbriche tace sui profili dei protagonisti della strage di Ischia. Sono tutti provenienti da Pomigliano d’Arco vittime e carnefice dell’ultima strage d’agosto. E sull’episodio iniziano a venire fuori elementi importanti alla ricostruzione reale dei fatti. Per esempio, Lyudmyla Velykgolova, e la mamma avevano notato la presenza dell’assassino sull’isola al mattino ed erano andate dai carabinieri a segnalarlo. E’ accertato, infatti, che la strage di Forio sia stata pianificata nei minimi dettagli dall’assassino poi suicida Antonio Luongo. Le vittime sono Zinoviya Knighnitska, 63enne ucraina, Nunzio Russo Spena, 48enne operaio di Pomigliano d’Arco e lo stesso assassino, Antonio Luongo, 71 anni, operatore ecologico in pensione originario del quartiere di Pianura a Napoli ma residente da anni a Pomigliano anche lui, che dopo aver sparato si è tolto la vita. Gravemente ferita la sua ex moglie, Lyudmyla Velykgolova, 42 anni, di origine ucraina, ricoverata in prognosi riservata e che di mestiere fa l’interprete.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Luongo aveva pianificato il gesto con cura. Giunto a Ischia con un’auto a noleggio, si era appostato fin dal mattino nei pressi delle abitazioni della ex moglie e della suocera. Le due donne, notando la sua presenza, avevano deciso di rivolgersi ai Carabinieri denunciando l’uomo per stalking. Nel pomeriggio, l’uomo che nel frattempo pare si sia spostato per poi ritornare, la situazione è precipitata. Luongo ha impugnato una pistola con matricola abrasa, detenuta illegalmente e ha fatto fuoco. Una, due, più volte colpendo a morte l’ex suocera e il compagno della donna, Nunzio Russo Spena. Poi ha rivolto l’arma contro la sua ex moglie, ferendola con diversi colpi – due al petto, uno al collo, altri agli arti superiori e inferiori – lasciandola agonizzante a terra. Infine, ha rivolto la pistola contro se stesso, togliendosi la vita. Gli accertamenti balistici hanno confermato che l’arma era stata scaricata quasi completamente della forza di fuoco del caricatore.

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