L’abusivismo edilizio rappresenta una piaga radicata nel territorio della Campania, che ostacola lo sviluppo e mina la legalità. Nonostante le sfide dell’attuale crisi edilizia e la pandemia, il fenomeno persiste a livelli allarmanti. Dal 2004 al 2022, solamente il 13,1% degli 23.635 immobili abusivi per i quali era stata decretata la demolizione è stato abbattuto, dimostrando la gravità e la persistenza del problema.

Il terzo rapporto di Legambiente sull’abusivismo edilizio mette in luce le cinque regioni più colpite dall’invasione di edifici illegali, tra cui la Campania. L’associazione ambientalista ha valutato diversi indicatori per il monitoraggio civico, come trasparenza, ordinanze di demolizione, trascrizioni immobiliari e trasmissione delle ordinanze non eseguite alle prefetture.

La Campania si distingue purtroppo per un triste primato: il numero di ordinanze per abusivismo edilizio aperte rispetto alla popolazione è stato di una ogni 236,6 abitanti. Questo dato evidenzia la vastità del problema e la necessità di interventi efficaci. Secondo l’ultimo rapporto sul BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell’Istat, in collaborazione con il Cresme, la situazione in Campania è definita “insostenibile”, con 50,4 abitazioni illegali ogni 100 costruite nel rispetto delle regole.

“Un esercito di manufatti – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania (nella foto) – che devastano da decenni le parti più pregevoli della nostra Regione, a partire dalle zone costiere, per troppo tempo favorito da una politica disattenta e da un’opinione pubblica che è stata spesso tollerante, soprattutto dove il fenomeno è più grave e diffuso. Se ciò non bastasse, è abbastanza evidente come gli eventi estremi sempre più frequenti, conseguenza del cambiamento climatico, in particolare alluvioni e frane, stiano mettendo in discussione in modo inequivocabile il ‘diritto’ alla casa abusiva, costruita come e dove meglio si crede. Una regione, la Campania, che, anche per l’ingerenza della camorra nel ciclo dell’edilizia, avrebbe bisogno di un governo del territorio attento e lungimirante e che invece rifugge costantemente dall’obbligatorietà della pianificazione, anche ricorrendo alle tante strategie in deroga e al continuo annuncio e promessa elettorale di nuovi condoni. Una piaga – conclude Imparato – non più tollerabile soprattutto per l’acuirsi dei rischi nelle zone dove si è concentrato il fenomeno, dai Campi Flegrei al Vesuvio, alla Penisola sorrentino- amalfitana, alle isole, in particolare Ischia”

Per risolvere questa grave problematica, è cruciale un intervento deciso e coordinato, coinvolgendo tutte le istituzioni e la comunità stessa. È fondamentale affrontare l’abusivismo edilizio con azioni incisive, promuovendo la legalità e il rispetto delle regole. Tra le altre azioni da mettere in campo Legambiente chiede di lavorare sul danno erariale, per cui “il ruolo della Corte dei Conti è decisivo. Per quanto riguarda “le demolizioni per via giudiziaria, alla base degli interventi deve essere posta la sentenza che accerta il reato e non, invece, quella di condanna del reo”. È poi “necessario prevedere lo stop all’iter di demolizione solo in presenza di un provvedimento di sospensione da parte di un tribunale”.