LE ELEZIONI A NAPOLI 2021 – Il Partito Democratico è spaccato, Maresca a destra non lo vogliono tutti, i % Stelle non vogliono Fico , la Clemente parte con gli streaming e Bassolino serra i ranghi. Quale futuro per la città più importante del Sud??
Catello Maresca non è dato sapere cosa farà della sua passione politica, soprattutto perché gran parte del centro destra istituzionale e sovranista non lo vuole candidare a sindaco: Fratelli d’Italia gli ha già preferito Sergio Rastrelli. Antonio Bassolino, correrà assieme ad una serie di liste civiche che rappresenteranno gran parte del mondo deluso dal Pd, Sinistra Italiana e gli altri satelliti di un centro sinistra che quasi non esiste più, Italia Viva farà l’assalto alla diligenza cercando non di proporre nomi, ma di riequilibrare gli incarichi qualora la squadra che non c’è riuscisse a costituirsi e magari a vincere. Anche se Gennaro Migliore che nessuno ha proposto a sindaco tra le righe in un’intervista a La Repubblica pare essere anche disponibile. A onor del vero lo era anche cinque anni fa quando stava ancora a sinistra.
Alessandra Clemente corre da sola, cioè con DeMa e con altre civiche che ancora sostengono l’operato di de Magistris a Napoli. Il Governatore Vincenzo De Luca, vorrebbe dettare la linea ma non si espone più di tanto e lo fa fare al suo numero due a Santa Lucia il vice presidente Fulvio Buonavitacola che “impone” il De Luca bis anche al Comune di Napoli con l’aggiunta casomai dei Grillini che da queste parti anche se mettessero il casco di Grillo, forse non li noterebbe nessuno. Andiamo per ordine: il prossimo mese di maggio, arcobaleni pandemici permettendo a Napoli si vota per il rinnovo del Consiglio Comunale dopo due mandati targati Luigi de Magistris. Un vero e proprio centro sinistra nella città di Napoli Est, delle Vele di Scampia e del falso ideologico di Bagnoli, non esiste più, i centri sociali sono diventati gestori degli immobili fino a ieri occupati e la destra, si è persa tra tifo da stadio e altre vicende di cronaca. L’unica vera novità, nonostante abbia fatto già il sindaco per due mandati e per altrettanti ha fatto assieme al ministro del lavoro, il Govrnatore della Regione
Campania, è Antonio Bassolino che con un post su Facebook e uno su Twitter ha già annunciato la sua candidatura e il nome della squadra che la sosterrà. “Per Napoli” con il “per” scritto con la “x” come nei messaggini dei ragazzini. L’autocandidatura in quarta di Bassolino ha creato un dibattito ampio, non certo dentro il Pd che di fatto nonostante Bassolino si stato uno dei suoi creatori l’ha abbandonato al suo destino, magari sperando che uno dei diciannove (sì diciannove, perché purtroppo in Italia è così) processi per l’affare rifiuti lo vedessero colpevole e condannato e invece ‘o presidente è uscito pulito da tutti i processi e forse solo un po’ deluso da chi fino a ieri era un suo figlioccio e oggi fa finta di girarsi altrove. Ma Bassolino è un capitano di lungo corso e sa benissimo che la politica è soprattutto fatta di momenti. Il centro destra non sa chi candidare e forse farà le primarie, perché Catello Mresca il magistrato anticamorra non lo vuole tutta la coalizione, nonostante lui si sia convinto del contrario, addirittura pensando di andar bene per una squadra allargata anche alla sinistra illuminata che qui però è da diversi anni che ha spento la luce. I Grillini che tempo due elezioni si disintegreranno, anche formalmente perché sostanzialmente non si capisce bene cosa siano, si sono spaccati
sulla ipotesi di candidatura a sindaco di Napoli di Roberto Fico, che non si sa per quali doti o capacità dovrebbe guidare una città così importante, ma vabbè. Dentro il Pd, non lo dice nessuno, ma tutti Bassolino lo temono. Per spessore, per competenza e poi perché è l’unico. Riuscire a mettere in campo una macchina elettroale trasversale che guatda ai pezzi della città: dalla borghesia illuminata dei salotti e dei collezionisti d’arte contemporanea ai disoccupati organizzati e ai movimenti di lotta che quando faceva il sindaco incontrava cercando di risolvere i problemi. Dall’università alla Sanità, passando per Scampia e Bagnoli, Bassolino è ancora l’uomo più credibile e a differenza di altri (Fico e Migliore in primis) ha dimostrato di sapere amministrare. Almeno ha amministrato. Proprio dal mondo universitario, ogni tanto esce fuori il nome dell’ex ministro del Governo Conte bis Gaetano Manfredi ex rettor della Federico II. Nino, così lo chiamano, ha fatto
benissimo il rettore e altrettanto bene il ministro all’università, caratteristiche queste che non gli danno i galloni per far bene il sindaco di Napoli. Per una città come questa ci vuole una visione che ti da la politica e non lo Scalone della Minerva o il Marmo del Minstero. Il coordinatore cittadino del Pd Marco Sarracino è stato chiaro, siccome la base del partito non vorrebbe un accordo coi Cinque Stelle e magari sarebbe più contenta di votare (e forse lo farà) Bassolino. “Lavoreremo su un alto profilo che goda di un grande consenso popolare, non solo tra i partiti ma anche nella città”. Praticamente Sarracino non ha detto niente, ma se l’avesse fatto a un comizio avrebbe avuto i suoi applausi. La scelta arriverà al termine del percorso avviato con la coalizione che, sottolinea Sarracino, “è quella del tavolo che abbiamo convocato con tutte le forze che ci hanno sostenuto nella campagna delle elezioni regionali, assieme al Movimento 5 Stelle e le altre forze che stanno prendendo le distanze da questa amministrazione e che vogliono dialogare con noi, contro le quali non abbiamo alcun tipo di pregiudizio”. Il tavolo, aggiunge Sarracino, sarà nuovamente convocato “nei prossimi 10 giorni” e
parteciperanno “tutte le forze che hanno lavorato con noi anche alle proposte di una legge speciale per la città, sulla quale dobbiamo lavorare assolutamente perché il bilancio di Napoli ci impedirebbe oggettivamente di fare qualsiasi cosa per la città”. Qui qualcosa l’ha detto, almeno rispetto al quasi dissesto finanziario in cui versa il comune. A Gamba tesa entra De Luca, attraverso il suo vice che ha detto”Si parte dalla coalizione che ha eletto De Luca. Poi si valuta l’apertura ai 5S”. Intanto Alessandra Clemente fa gli incontri in streaming nella nuova (e senza storia) redazione de Il Mattino al centro direzionale e Antonio Bassolino al cellulare o via Facebook sta stringendo i ranghi. I suoi fedelissimi gli hanno detto sì. Qualcuno ha approcciato e coinvolto anche molti giovani e carta e penna come si faceva una volta sta ricucendo la tela. E se questo è il periodo in cui ognuno di noi è come Ulisse alla ricerca della sua Itaca, Antonio Bassolino la sua isola non l’ha mai persa di vista, nemmeno quando ha fatto altro. E l’ha fatto bene.
Paolo Perrotta
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