La Verità non ha tempo: presentato il libro “Il caso non è chiuso: la verità sull’omicidio Siani” di Roberto Paolo

imageIl caso non è chiuso perchè la verità non ha tempo. Presentato ieri mattina al Teatro Capitol di Portici “Il caso non è chiuso: la verità sull’omicidio Siani“, il libro inchiesta di Roberto Paolo, caporedattore del quotidiano napoletano “Roma“.

L’iniziativa è stata organizzata dal Forum dei Giovani di Portici, e salutata con soddisfazione dall’amministrazione comunale: “La cultura è l’unica arma per sconfiggere l’ indifferenza– ha detto Nicholas Esposito, coordinatore del FdG e capace di cambiare il mondo per costruire un futuro migliore“. “Mi congratulo per l’organizzazione dell’evento– ha detto il sindaco Nicola Marronee per la vitalità del Forum. Ben vengano queste iniziative ad opera dei giovani; perchè si raccontano storie che rischiano di essere dimenticate… e l’oblio è la cosa peggiore: un’ulteriore arma che si può fornire alla criminalità organizzata. Da Magistrato ho operato sul territorio di Torre Annunziata e, per quanto da quel Settembre 1985 la città possa essere cambiata, in essa resiste, e anzi si rafforza, una camorra più subdola, che non è più quella delle stragi e degli omicidi, ma è quella imprenditoriale, che si addentra nella pubblica amministrazione e nella gestione degli appalti“.

imageFrutto di quattro anni di indagine, il libro svela alcuni retroscena sull’assassinio di Giancarlo Siani, cronista de Il Mattino, assassinato il 23 Settembre del 1985, a soli 26 anni: “Quest’opera è nata per caso.-ha detto l’autore- Dalla lettura del libro di un ex criminale, Giacomo Cavalcanti, in cui è riportato il dialogo tra due detenuti che parlavano dell’omicidio di Giancarlo Siani. Da quel dialogo, raccontato in uno stile sempre piuttosto oscuro e omertoso, emergeva la possibilità che fosse stato qualcun altro ad uccidere il giornalista de il Mattino. Così è iniziato il mio lavoro di inchiesta che ha svelato retroscena e nomi inediti di mandanti e assassini, colpevoli di quell’omicidio”.

A circa 30 anni dalla sua morte resta impresso il ricordo di quell’eroe normale, di quel giornalista “abusivo” che ogni mattina dal Vomero si recava a Torre Annunziata in cerca di notizie: “Giancarlo rappresenta l’eroicità della normalità.- ha aggiunto Roberto Paolo- Era un giornalista che faceva e voleva fare solo il suo dovere. E per questo era più pericoloso di tutti gli altri“.

giancarlo sianiL’evento è divenuto così occasione per poter parlare a 360gradi di criminalità organizzata: dopo l’interessante illustrazione delle differenze tra Mafia e Camorra ad opera del tenente dei carabinieri, colonnello Claudio Mungivera; Gianluca Cantalamessa, presidente dell’Associazione “Cambiamò“, ha parlato del riuso sociale dei beni confiscati. Infine, Leandro Limoccia, presidente del Collegamento Campano contro le Camorre, e del presidio Libera contro le Mafie di Portici, ha voluto ricordare un’altra vittima innocente della Camorra, “colpevole unicamente” di aver denunciato chi aveva abusato di sua figlia, la mamma coraggio Teresa Buonocore: ” Teresa è stata ammazzata per aver fatto il proprio dovere di mamma e il proprio dovere di cittadina– ha detto Leandro Limoccia-. Perchè fare il proprio dovere significa essere cittadini: ossia persone responsabili e corresponsabili che, uniti nella loro normalità, hanno il potere di cambiare il mondo“.

Dario Striano

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