Il Console Francese ringrazia Naooki, Fratelli d’Italia: “Chiudete le cinque moschee in città, sono un pericolo “
“Siamo grati ai napoletani per le dimostrazioni di affetto e solidarietà che continuano ad arrivare” ha detto a Daniela De Crescenzo in un’intervista a Il Mattino il console francese Jean Paul Seytre che ha incontrato i giornalisti vestito a lutto. Al consolato di via Crispi le bandiere sono a mezza asta in mattinata è venuto a porgere le sue condoglianze il governatore De Luca mentre il sindaco De Magistris ha raggiunto Seytre al telefono. “Cinque moschee in meno di un km quadrato sono una minaccia o no?». Così, in una nota, Luigi Rispoli, presidente cittadino di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Napoli, su quella che definisce «inquietante presenza dei luoghi di preghiera di musulmani che sono presenti tra Corso Lucci e Piazza Mercato». “Corso Lucci, Via Enrico Cosenz, Via Soprammuro a Porta Nolana, Via Lavinaio e Piazza Larga al Mercato sono gli indirizzi delle moschee attive a Napoli nel quartiere Mercato, aperti senza che vi sia alcun controllo da parte delle forze di polizia. I responsabili di quella di Piazza Mercato sono persone che interagiscono con le istituzioni e si sa che tipo di attività svolgono, ma le altre? Chi sono gli iman? Da dove prendono le risorse per mantenere aperti questi luoghi? Sorde – ha continuato – sono state le istituzioni alle proteste dei cittadini contro l’apertura indiscriminata di questi siti”. “L’irresponsabilità di Renzi e Alfano ha consentito, specie in questi ultimi anni, di accogliere tutti nel nostro Paese senza alcuna precauzione neanche per verificare se tra quelli che giungevano sulle nostre coste erano qui per sfuggire da Paesi in guerra o per portare al cuore dell’Europa la Jihad. Se è vero come è vero che siamo in guerra – ha concluso Rispoli – è opportuno arrestare l’apertura indiscriminata di queste moschee e intervenire su quelle già aperte per verificare se esistono le condizioni, anche di sicurezza, perché possano continuare a svolgere la propria attività o, come noi auspichiamo, devono essere chiuse”.
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