Giogiò, insulti dei parenti del killer: «Chi chiede giustizia verrà punito», minacce e offese sui social, a metà febbraio la prima udienza per il 17enne

A distanza di mesi la tragica morte di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso per futili motivi da un minorenne, continua a lasciare velenosi strascichi dietro di sé. Una ferita che non accenna a rimarginarsi soprattutto a causa della battaglia esplosa sui social tra i conoscenti del baby killer, che lo difendono a spada tratta, e chi, e sono la maggior parte, auspica una pena esemplare per l’assassino. Tra i più strenui difensori del diciassettenne, il cui processo inizierà il 15 febbraio dinanzi al Tribunale dei Minori, ci sono alcuni suoi familiari che, con toni che lasciano poco all’immaginazione, non esitano a scagliarsi contro tutti.  «Lo difenderemo fino all’ultimo, a fare una brutta fine sarai tu», una delle risposte comparse sul web seguita da veri e propri messaggi di sfida in cui si invitano gli autori a «dirle in faccia certe cose». A segnalare l’accaduto è stato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Borrelli attraverso i suoi canali social. «Dopo la vergogna dei messaggini dal carcere tra l’assassino, reo confesso, di Giovan Battista Cutolo e i suoi parenti che gli manifestavano piena solidarietà, si apre una nuova pagina degradante di arroganza criminale sconfinata espressa tramite social. Frasi esplicite ed epiteti irripetibili all’indirizzo di chi sostiene che serve una giusta pena per chi ha ucciso senza pietà un giovane indifeso: “Se hai gli attributi, vieni da vicino a dire queste cose”; “Lo difenderemo fino all’ultimo, a fare una brutta fine sarai tu”. Chiediamo alla Polizia Postale di monitorare attentamente questi fenomeni dietro i quali si nasconde una strategia criminale ben definita che vuole intimidire, offendere, minacciare, per evitare di perdere controllo sul territorio».
Durante le indagini si scoprirà che già tre anni prima aveva accoltellato un coetaneo incassando un’accusa di tentato omicidio ma per la sua giovanissima età non era stato giudicato imputabile. Il resto è cronaca. «Ha sbagliato e sta pagando, ma noi rimarremo sempre al suo fianco qualsiasi cosa succeda», scrivono i parenti sui social.

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