E Ercolano, Pd e maggioranza ai feri corti: i Giovani Democratici difendono il partito, martoriato dal sindaco Bonajuto
Ercolano – Dopo la schiacciante sconfitta elettorale, il Partito Democratico non ha tempo per leccarsi le ferite. Deve affrontare problemi seri e lo deve fare in quelle che fino a ieri erano le roccaforti “rosso sbiadito tendente al rosa” dei democrat. Ercolano, in primis.
Nella città degli scavi, nel 2020, il sindaco Ciro Bonajuto (leopoldiano della prima ora), lasciato il Pd diventava il coordinatore campano di Italia Viva, per essere votato al secondo mandato con un plebiscito di voti, il cui 30% provenienti dal Pd che in consiglio portò ben 10 consiglieri.
Due anni dopo, a ridosso delle politiche, il sindaco prima ha azzerato la giunta e poi, pur riconfermando i 3 assessori in quota Pd nella sua squadra di governo, ha sparato a zero proprio contro il Pd definendolo in un’intervista “fuori dalla realtà”.
E durante la la conferenza metropolitana Dem il segretario del partito Marco Saracino non le ha mandate a dire al suo ex compagno di partito, poi convertitosi sulla strada della leopolda al renzismo.
“Le dichiarazioni di Marco Sarracino in direzione metropolitana sullo stato del Pd – affermano in un comunicato stampa i giovani democratici della Città degli Scavi – Ercolano squarciano il velo di Maya che da troppo tempo viviamo. Il sindaco, coordinatore regionale di Italia Viva, ha rilasciato un’intervista in cui ha sostenuto che il “Pd è fuori dalla realtà”.
“Un’uscita infelice – sottolinea l’organizzazione guidata da Giovanni Oliviero – Il partito, ad Ercolano, grazie al risultato elettorale delle ultime amministrative, gli ha permesso di ottenere una larghissima maggioranza per amministrare”.
“Questa crisi ha determinato la percezione di uno scollamento tra il gruppo consiliare, i militanti e la città che ha pesato anche sul risultato delle ultime elezioni politiche – Continuano i Giovani Democratici – Oggi il Pd a Ercolano è percepito come lo strumento della conservazione dello status quo, mentre tutti noi, militanti e dirigenti di questa comunità politica, sappiamo che il nostro partito è e può essere il soggetto capace di garantire l’emancipazione del nostro territorio”.
“Dopo le dichiarazioni del segretario Metropolitano – conclude la nota dei Gd – sarà necessario che ciascuno torni a lavorare con responsabilità, unitariamente, alla riaffermazione di un soggetto politico audace, autenticamente riformista che sappia interpretare ed intercettare il conflitto e farsi garante del cambiamento per la città determinando le scelte amministrative senza subalternità e con un’identità precisa”.
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