A dieci anni dall’assassinio dell’eroe Anatolij Korol, se ne dimenticano tutti. Tranne don Nicola De Sena che lo ricorda nelle sue preghiere

“Castello di Cisterna oggi avrebbe dovuto ricordare il 10mo anniversario della morte di Anatolij Korol, che perse la vita per sventare una rapina nel supermercato Piccolo del nostro paese in via Selva” scrive sulla sua pagina facebook Don Nicola De Sena, sacerdote  delle Parrocchie di San Pietro Apostolo, San Michele Arcangelo e San Giorgio Martire in Somma Vesuviana. Chi conosce Don Nicola sa che non è avezzo alle polemiche, ma certo non le manda a dire a politici e amministratori. Don Nicola è in prima linea da sempre, specie per gli ultimi.

“Al termine di questa giornata, voglio ricordare il suo eroico gesto e la grandissima risposta del nostro territorio con la foltissima partecipazione alla messa e alla marcia fatta qualche giorno dopo la sua morte. Chissà, al povero Anatolij andrà meglio l’anno prossimo, ma dubito. Forse la gente del mio paese è troppo impegnata a farsi guerra l’uno con l’altro, forse impegna il tempo negli inciuci o a lamentarsi dei politici. Onore a te, fratello Anatolij, medaglia d’oro al valore civile della Repubblica italiana”. Anatolij Korol, muratore di 38 anni, morì dieci anni fa davanti alla figlia nel tentativo di sventare una rapina nel supermercato dal quale era appena uscito con la figlioletta di appena un anno e mezzo. Subito dopo la morte di Anatolij, ci furono diversi interventi dello Stato e della comunità locale. Uno su tutti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, conferì la medaglia al valore alla famiglia dell’uomo. Gli fu inoltre conferita la cittadinanza italiana e furono avviati diversi progetti in suo nome. Oggi, come in questi dieci anni l’eroe, come fu definito da tutti, è stato abbandonato. Non dalle preghiere e dalle parole di Don Nicola De Sena.

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