Il fegato è lo specchio della nostra salute: a Napoli il 13esimo congresso “L’epatologia nel terzo millennio”

“Il fegato è lo specchio del nostro stato di salute: registra ogni abitudine sbagliata e lo fa accumulando grasso, che noi chiamiamo steatosi epatica. Il grasso del fegato non è innocuo, è anzi un grasso che aumenta l’infiammazione sistemica. Un fegato in buono stato di salute esprime un buon equilibrio metabolico, immunitario e vascolare; viceversa, un fegato che ha accumulato grasso per tanto tempo aumenta il rischio di sviluppare diabete, ictus, infarto e addirittura neoplasie”. È il monito lanciato da Ernesto Claar, responsabile dell’unità operativa Epatologia dell’ospedale evangelico Betania e responsabile scientifico del corso di aggiornamento “L’epatologia nel terzo millennio”, la cui 13esima edizione si è svolta a Palazzo San Teodoro a Napoli.
  Durante la due giorni partenopea si sono confrontati alcuni dei più importanti specialisti della materia a livello nazionale, che hanno dibattuto sulle ultime novità in campo medico e farmacologico. Tema centrale è stata la cronicità nelle sue molteplici declinazioni: biologica, sociale ed assistenziale. Un fenomeno silente e pervasivo, che attraversa l’intero arco di vita e che trova nel fegato un organo emblematico: “Oggi però abbiamo tutti gli strumenti per intercettare la malattia di fegato in tempi precoci – sottolinea ancora Claar – e intervenire per prevenire non tanto l’evoluzione legata al fegato, quanto piuttosto il rischio cardiovascolare per i singoli soggetti”.
I numeri sono lo specchio del momento: “In Italia – sostiene il direttore scientifico del corso di aggiornamento svoltosi a Napoli – l’80% degli obesi ha steatosi epatica al fegato, il 65% è diabetico. Bisogna fare i conti con questi numeri. Basti pensare che nella sola Campania, un milione di soggetti è obeso, mentre 400mila risultano essere diabetici. Occorre allora lavorare sulla prevenzione. Troppe volte, infatti, si arriva tardi: il 69% di chi riceve diagnosi di cirrosi epatica, ovvero la malattia epatica avanzata, fino a quel momento non ha mai avuto notizie relative a problemi al fegato. Questo è un dato dal quale partire e sul quale la comunità medica e scientifica è al lavoro”.

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