Dalla prefettura di Napoli 89 interdittive antimafia alle aziende della provincia in odore di camorra
Prosegue l’attività della Prefettura finalizzata a contrastare il rischio di infiltrazioni nell’economia legale da parte della criminalità organizzata, attraverso il gruppo interforze il quale, con continuità e rigore, svolge complesse funzioni di prevenzione antimafia che si concretizzano, al termine del percorso info investigativo, nell’emanazione di provvedimenti interdittivi antimafia. Nell’anno in corso, fino alla data odierna, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha adottato 89 interdittive nei confronti di altrettante ditte con sede in Napoli e nei comuni dell’Area Metropolitana. Le attività attenzionate riguardano prevalentemente i settori dell’edilizia, del commercio di vario genere – anche alimentare, della ristorazione e preparazione di alimenti – le agenzie di affari e disbrigo pratiche, i servizi di pulizia e raccolta rifiuti, le attività di logistica e trasporto. Il numero più elevato di imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi (21) riguarda il settore dell’edilizia, confermatosi come categoria “sensibile”, particolarmente soggetta al rischio di infiltrazioni. Inoltre, nell’ultimo periodo, il comparto della ristorazione si è rivelato un settore di grande vulnerabilità – risultando destinatario di 16 provvedimenti ostativi – che lo rende esposto a infiltrazioni criminali e al riciclaggio di denaro. Le attività di ristorazione risultano fortemente a rischio per una serie di fattori strutturali, come l’utilizzo frequente di contante, gli alti livelli di manodopera irregolare e l’opacità della struttura proprietaria. Tale settore è particolarmente ambìto dalla criminalità organizzata per i rilevanti introiti che derivano dalle attività e per la capillarità con cui gli esercizi commerciali di tale tipologia possono essere diffusi sul territorio, garantendo servizi per i quali vi è larga richiesta da parte dell’utenza. Ciò peraltro consente alle consorterie criminali di riciclare ingenti somme di provenienza illecita e rappresenta un ottimo investimento per chi ha danaro da riciclare.
Il Prefetto, Michele di Bari, sempre nell’ambito dell’attività di prevenzione antimafia, ha emesso nell’anno in corso, anche 17 provvedimenti di “prevenzione collaborativa”, ai sensi dell’art. 94 bis del codice antimafia. Tali misure vengono adottate, in alternativa ai provvedimenti interdittivi, nei confronti di quelle società il cui operato – presentando elementi di infiltrazione più contenuti rispetto ai pregiudizi che portano invece all’adozione dei provvedimenti ostativi – è riconducibile a situazioni di agevolazione occasionale. Le imprese destinatarie sono state, infatti ,ritenute sanabili e tali da poter rientrare, dopo il periodo di un anno in cui viene seguito un percorso di recupero, nel contesto dell’economia legale. Il recupero degli operatori economici e il loro ritorno alla legalità vengono assicurati sia attraverso l’attuazione di misure prescrittive imposte dal Prefetto, atte a rimuovere e prevenire le cause di agevolazione occasionale, sia tramite l’affiancamento da parte di una figura istituzionale con il compito di svolgere funzioni di sostegno, finalizzate all’effettivo compimento delle misure di prevenzione collaborativa. A supporto delle imprese, infatti, vengono nominati altrettanti professionisti, individuati – tramite una procedura di sorteggio informatizzata – dall’Albo Nazionale degli amministratori giudiziari, con la qualifica di esperti in gestione aziendale. I suddetti esperti, durante lo svolgimento del loro incarico, supportano l’attività delle imprese e relazionano periodicamente al Prefetto, vigilando sul corretto operato delle società interessate. Le imprese destinatarie dei decreti di prevenzione collaborativa recentemente adottati operano in diversi settori economici e, anche in questo ambito, prevale la categoria dell’edilizia (12); le altre imprese interessate trattano la produzione e la distribuzione di alimenti e bevande e le attività di commercio.


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