Stellantis nella bufera, i sindacati chiedono un incontro urgente con l’ad Antonio Filosa

Pomigliano d’Arco   – «La situazione dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco si fa ogni giorno più critica, specchio di una crisi profonda che investe l’intero settore automotive. Senza un piano concreto di accompagnamento per l’industria dell’automotive, anziché accompagnare i lavoratori e i territori, li si lascia esposti e vulnerabili». Lo hanno sottolineato il segretario generale della Fim di Napoli, Biagio Trapani, ed il segretario provinciale e responsabile del settore automotive per il sindacato, Aniello Guarino. I due sindacalisti nel chiedere un incontro urgente con l’ad di Stellantis, Antonio Filosa, sottolineano come già oggi «i lavoratori in media lavorano solo due giorni a settimana, mentre per il resto sono coperti dai contratti di solidarietà. Una condizione insostenibile e a peggiorare ulteriormente il quadro è arrivata l’ennesima comunicazione di fermo produttivo di due settimane per i modelli Tonale e Hornet e un’ulteriore settimana di stop per la Panda, che finora ha garantito livelli occupazionali stabili». «È necessario anticipare un piano industriale credibile – concludono – che valorizzi le competenze e il ruolo strategico dello stabilimento di Pomigliano d’Arco».  «La Fiom-Cgil è fortemente preoccupata per le recenti comunicazioni diStellantis in merito ad un ulteriore calo della produzione nello stabilimento ‘Giambattista Vico’ di Pomigliano d’Arco. Tale decisione comporterà una inevitabile riduzione del salario per i lavoratori, già provati dall’utilizzo continuo degli ammortizzatori sociali» affermano, in una nota, Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli e Mario Di Costanzo, responsabile automotive Fiom Napoli.

«La Fiom – precisa il comunicato – ribadisce con forza la necessità di un’azione urgente da parte del Governo. È indispensabile che la Presidente del Consiglio convochi al più presto un tavolo di confronto con il nuovo amministratore delegato di Stellantis, per affrontare concretamente il tema del futuro produttivo dello stabilimento di Pomigliano e, più in generale, le prospettive dell’intera filiera dell’automotive in Italia. Alla luce delle nuove dichiarazioni è evidente che gli unici soldi investiti dall’azienda in Italia sono quelli stanziati per i licenziamenti incentivati, mentre l’implementazione delle nuove produzioni avviene al di fuori del nostro territorio dove il costo della manodopera è bassissimo».

«Ciò di cui abbiamo bisogno – secondo Cristiani e Di Costanzo – è che la produzione dei due modelli small prevista per il 2029 sia anticipata quanto prima. Questa è l’unica soluzione per saturare l’organico di Pomigliano e far cessare gli ammortizzatori sociali. Diversamente, Stellantis sta avviando una strategia di progressivo disimpegno dall’Italia». «È il momento di agire subito. Serve un’urgente convocazione da parte del Governo – concludono – per garantire un futuro industriale e occupazionale alle migliaia di lavoratrici e lavoratori di Stellantis e dell’indotto».

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