VERSO IL VOTO A NAPOLI – Dentro il Pd tutti contro Valeria, crescono de Magistris e Gianni Lettieri. Per chi voteranno i napoletani?

Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Pd contro Pd. Se il partito di Governo dovesse guardarsi dal perdere le prossime elezioni amministrative a Napoli, di certo avrebbe vita semplice. Ma siccome Valeria Valente sta tentando fino alla fine almeno di arrivare al ballottaggio (cosa numericamente difficile, visti gli esiti degli ultimi sondaggi, ma vabbè spesso la politica è un’altra cosa: primarie Valente-Bassolino docet) l’alleanza col Senatore Vincenzo D’Anna (Ala, cioè Dennis Verdini, cioè l’ex braccio armato di Silvio Berlusconi con Forza Italia prima che tutti scaricassero il sottosegretario di ferro Nicola Cosentino) che potrebbe farle recuperar voti, le fa perdere la base, il partito. Ieri è saltata l’assemblea provinciale per l’approvazione delle liste: niente liste, niente accordo, dimissioni da candidature già presentate e una valanga di critiche alla candidata Valeria Valente. Racconta bene la cronistoria di tutto (fatti e antefatti Simona Brandolini dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, il tandem col Corriere della Sera diretto da Enzo D’Errico) “L’assemblea non s’ha da fare (rinviata a oggi) e anche la regionale alla presenza del vicesegretario Lorenzo Guerini sulla «questione morale» deve slittare per statuto (si terrà il 12 maggio). Sono due i temi che agitano il Pd in vista della presentazione delle liste: l’accordo con Ala (cioé i verdiniani) e la presidenza delle municipalità”. E’ vero. Fondamentalmente sono due i temi, perchè il terzo, lo scollamento di quella parte di Città Illuminata già si è staccata dal Pd, almeno dal Pd che appoggia la Valente. Luigi de Magistris, passata la fase dell’antipatia posturale e delle uscite a effetto (mediaticamente fallimentare: “ciao Al” riferendosi amichevolmente ad un ipotetico Al Pacino, che torna in questi giorni perheè al sindaco i “pallini” restano) degli interventi di cambiamento seri in città li ha fatti guadagnandosi l’interesse dei giovani che lentamente si sono riappropriati delle piazze e scrollatosi di dosso solo l’interesse dei centri sociali ha saputo guardare a tutti. Gianni Lettieri, sponsorizzato ai vertici combattuto dai suoi va avanti come un treno a suon di sei per tre e interventi alla televisione e sui giornali. Viene dalla strada, ha lanciato un messaggio positivo quasi a incarnare un nuovo sogno (impossibile a dirla tutta senza false e fintissime retoriche) napoletano e con le mosse giuste potrebbe strappare il primato a de Magistris che si gioca di sbaragliare tutti al primo turno e non è detto che non ci riesca. Con Lettieri si son fatti vedere Guido Trombetti e una serie di docent iche hanno accompagnato il percorso di Stefano Caldoro in Regione, prima di Vincenzo De Luca. Per Valeria Valente è arrivato anche Luca Lotti, potente sottosegretario, braccio destro di Matteo Renzi a Palazzo Chigi “l’unico vero sponsor di Vincenzo De Luca – scrive la Brandolini sul Cormez – quando nessuno voleva che si candidasse. Prima le primarie e poi le secondarie gli hanno dato ragione. Insomma quando il gioco si fa duro e complicato scende in campo lui. L’uomo della mediazione, delle alleanze numeriche e strategiche con il toscano Denis Verdini”. Si spera che dal giorno immediatamente successivo qualcuno seriamente inizia a sottoporre alla città i programmi di governo, senza copia e incolla e senza sogni napoletani. In una città bella come Napoli c’è bisogno di una sana e rilassante normalità. Quella che se vissuta bene produce una bella energia creativa. Quella alla quale s’è appellato Antonio Bassolino quando ha ripreso in mano le fila e rilanciato la sua candidatura attraverso il flagello (l’obolo e il balzello) delle primarie. Bei progetti, Bassolino è l’unico vero cavallo di razza che si sarebbe dovuto elevare e non accontentare a guida dopo i danni già fatti, qualcuno (per me che sono vesuviano) anche gravissimi vedi riorganizzazione degli Ospedali e approvazione della strana e (per me) stupidissima legge Vesuvia. Però quell’esperienza non va persa. Non devi svendere a un euro chi una specie di rivoluzione, anche amministrativa perchè primo e secondo mandato a Palazzo San Giacomo e primi anni in Regione Bassolino aveva portato Napoli e la Regione quasi a quel che meritano. Oggi ANtonio Bassolino sta rimettendo su l’apparato. Ha dimostrato di avere pronto l’esercito. Tranne i “traditori” i più bravi con la pratica elettorale stanno tra i suoi. Antonio Marciano e  Massimo Paolucci sono i delfini. Purtroppo Antonio Bassolino non ha eredi e con l’altro cavallo di razza VIncenzo De Luca i rapporti non sono mai stati idilliaci, per una serie di svariati motivi. E agli imperatori che non hanno eredi no conviene fare la guerra se la gogna delle primarie si risolve con due volte cinquanta centesimi.

Paolo Perrotta

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