VERSO IL VOTO – Dentro la campagna elettorale a Pollena Trocchia, con Rossella Romano. “Voglio una città bella e sicura, a misura di famiglia”

Pollena Trocchia – Nel vivo della sua prima campagna elettorale, diversa da quella che l’ha vista impegnata all’università per le elezioni dei rappresentanti degli studenti, o prima ancora al liceo. Abbiamo incontrato Rossella Romano, giovane imprenditrice vesuviana che con una laurea in economia in tasca e diversi master ha deciso di mettersi in proprio e oggi anche di candidarsi al Consiglio Comunale di Pollena Trocchia con la lista Siamo il Domani per Pollena Trocchia.  “Un po’ come ho fatto con la politica” dice. Alla tua età dovresti uscire e andare per locali e invece hai creato una piccola azienda e  oggi anche l’impegno in politica. “Comunque esco e giro per locali. Lo facevo anche durante l’università. Credere in un progetto e portarlo avanti ti aiuta a vivere, non ti preclude niente. Certo, oggi dopo una giornata di lavoro, capita che torni distrutta e dopo una doccia mi metto in tuta a leggere o ad ascoltare musica. Poi però finisce che lavoro sempre e quindi, decido di vestirmi e uscire con le mie amiche. La politica invece è una passione che mi sta dando la possibilità di conoscere meglio tutte le realtà della città in cui vivo da sempre, ma che ora sto scoprendo meglio. Grazie a Pasquale Fiorillo ho iniziato ad appassionarmi agli altri diversamente, perché da ragazzina faccio volontariato, sia in chiesa che con la croce rossa e l’associazione carabinieri. La politica è una specie di volontariato, almeno questa è l’idea che mi ha dato Pasquale”. Rossella Romano è tra le candidate giovani che sostengono la corsa di Pasquale Fiorillo a sindaco di Pollena Trocchia, contro il sindaco uscente Carlo Esposito e Mariarosaria Di Tuoro. Cosa pensi dei vostri competitor? “Anzitutto penso abbiano coraggio. A prescindere da tutto, ce ne vuole. Non è semplice confrontarsi con la gente. Fare il caseggiato. Io sono abituata ai tacchi, Pasquale ci fa correre. E poi tra tanto entusiasmo ti senti anche qualche “no, non ci interessa” e ci resti male. Quindi in primis sono coraggiosi. Poi non li conosco. Nel senso che l’architetto Esposito l’avrò visto a qualche evento del Comune, ma non è uno che si fa vedere tra la gente, nonostante la nostra città non sia grandissima. L’avvocato Di Tuoro mi è proprio sconosciuta. Immagino a quanto sia frustrante per gli altri candidi girare col candidato a sindaco sconosciuto. A me quasi imbarazza quanto sia difficile fare dieci metri se sta con noi Pasquale Fiorillo: si fermano tutti. Molti chiedono la soluzione di vecchissimi problemi, tantissimi invece ci dimostrano solo l’affetto per la freschezza che emaniamo”. Per concludere, tre cose fondamentali per la tua campagna elettorale. “Sviluppo anzitutto. Quello compatibile con le nostre realtà e non le solite frottole che si dicono in campagna elettorale. Mi è davvero difficile pensare come sia possibile che ci siano candidati che fanno i consiglieri e gli assessori da più di vent’anni, dicono sempre le stesse cose, ma non le fanno mai e continuino ad essere votati, perchè magari sono medici della mutua. Non li votate! Io se ho vuoti in bilancio significa che qualcosa non è andato bene e la colpa per quanto possano capitare accidenti è mia. Perché amministratori e politici, nonostante non facciano nulla da anni devono continuare a fallire? Ecco, punterei allo sviluppo anche da questo punto di vista: una nuova mentalità produttiva e di crescita. E poi dobbiamo dare la possibilità alle nuove famiglie di poter lavorare: asili nido, ludoteche, parchi giochi. In una parola: Stato sociale, quello che ci hanno insegnato al liceo e nelle università ma che io in giro vedo poco. Oggi sociologicamente la famiglia è cambiata. Ci sono mamme e papà single, anziani che non sono e non devono essere trattati da rottami. Bisogna attuare politiche modulari che soddisfino le esigenze della cittadina. Come coi Lego: un amministratore può costruire una bella città. O può farla brutta. Ecco, Pollena Trocchia nonostante abbia tante potenzialità hanno fatto di tutto per renderla brutta. Io vorrei fosse bella, con le aiuole, i bar per fare gli aperitivi, i negozi che assumono, le aziende che crescono e si sviluppano. Per corsi di aggiornamento mi capita spesso di girare in Italia. Tranne la cucina, quando torno mi resta sempre il senso di civiltà che in dei luoghi si percepisce. Ecco vorrei che Pollena Trocchia mi lasciasse quell’aria addosso”.

 

 

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