Scritto e composto tra Benevento e Parigi: esce “Bluedo” l’album d’esordio di Daemia

Esce il 9 dicembre, Bluedo, l’album di esordio di DAEMIA, prodotto e arrangiato da Stefano “Juno” Bruno e anticipato la scorsa settimana dal singolo “Se davvero mi vedi” ( ascolta qui ).
Bluedo è il primo lavoro discografico di DAEMIA contenente 9 brani scritti e composti tra Benevento e Parigi, e poi registrati a Napoli. È un album New-soul e Contemporary R&B con influenze hip-hop, funk ed elettronica. Dal respiro internazionale e contemporaneo, il disco sfugge a una chiara definizione dal punto di vista dei generi, mentre la parte lirica, e quindi i testi, riveste un ruolo fondamentale, mostrando l’animo cantautorale del progetto.

Considerando l’Alchimia come metafora della Crescita Psicologica (Jung, Hillmann), la Bluedo rappresenta la “sottofase” che sta tra il buio e la luce, tra la notte e l’alba, tra il caos e una maggiore consapevolezza e totalità dell’individuo. La Bluedo è la tensione verso la luce e guarigione, ma allo stesso tempo ci ricorda l’ombra, lo stato negativo, e quindi funge da monito e insegnamento. La Bluedo è riflessione.

Riguardo al disco Daemia afferma: “La composizione e la scrittura rappresentano per me come artista una forma di terapia. Scrivere le proprie sensazioni e metterle in musica equivale a esternarle, lasciarle fluire, affrontarle. Ho vissuto la creazione di questo album proprio come un percorso creativo di crescita personale e artistica, di elevazione. Ecco perché Bluedo, ed ecco il perché la tracklist sul retro è a forma di labirinto e drago (realizzata da S.A.M.P.). Volevo sottolineare questa tensione verso una nuova consapevolezza, verso una maggiore completezza, seguendo un percorso fatto di prove, di canzoni appunto, affrontando il drago, superando il labirinto e arrivando al centro, al “tesoro”, a una nuova visione. Il Blu è poi il mio colore preferito”.
I temi principali di Bluedo sono la notte, come momento di euforia, ma anche di riflessione e tensione verso qualcuno o qualcosa di lontano. Protagonista è anche la necessità di uscire fuori da se stessi e guardarsi da lontano con l’intento di raggiungere una maggiore consapevolezza. Ma non mancano temi come la nostalgia e la lontananza, l’immortalità, la connessione con la natura e l’amore, analizzati attraverso una voce introspettiva, madre dei pensieri dell’intero lavoro discografico.
È possibile distinguere canzoni euforiche (Montmartre, Dalla giusta distanza) e canzoni più profonde e poetiche (Estate, Nostro giardino, Dardi, Abitudine), mostrando una doppia natura, una dualità, come in tutte le cose.

 

 

 

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