San Giorgio a Cremano. La maggioranza è compatta attorno a Zinno. il consigliere Aquilino Di Marco chiarisce la sua posizione
Lunedì mattina i gruppi consiliari di maggioranza discuteranno in Consiglio Comunale ed approveranno le linee programmatiche dell’Amministrazione Comunale guidata da Zinno, confermando la fiducia al Sindaco ed alla sua giunta, dopo gli avvisi di garanzia che hanno raggiunto il primo cittadino e il suo predecessore Mimmo Giorgiano coinvolti in un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta: “Lo scorso maggio la Città ci ha scelto per promuovere un progetto di rinnovamento del nostro territorio, nell’interesse superiore delle famiglie, dei bambini, degli anziani, dei soggetti deboli e, rispondendo a questo mandato popolare, opereremo nei prossimi anni, per rendere San Giorgio a Cremano una città sempre più sicura, sempre più pulita, sempre più solidale.– si legge in un nota ufficiale diramata dai consiglieri comunali del Partito Democratico, Popolari per l’Italia, SEL, Udc, IDV, Centro Democratico, Verdi, Progetto San Giorgio, LiberaMente San Giorgio – La maggioranza è compatta attorno al Sindaco: non c’è il minimo dubbio che Giorgio Zinno chiarirà in tempi rapidi la sua posizione in seguito alle indagini della magistratura di cui la stampa sta parlando in queste ore. Al contempo, esprimiamo piena fiducia nel lavoro dei giudici e delle forze dell’ordine, impegnati in un compito così complesso ed articolato.”
Il filone di indagine, nato dalle confessioni di una persona vicina all’amministrazione comunale, ha portato alla carcerazione ai domiciliari preventiva per il dirigente all’Urbanistica Carmine Intoccia, i funzionari Raffaele Peluso, Brigida De Somma e Leone Di Marco: quest’ultimo fratello del consigliere Aquilino, candidato a sindaco alle ultime amministrative ed ex-capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale, che ha tenuto a chiarire la sua posizione: “Mi sembra giusto intervenire in merito ad una vicenda che coinvolge mio fratello per puntualizzare la mia posizione a riguardo evitare strumentalizzazioni che già stanno avendo luogo sui principali social network. Mi sembra quasi inutile dire che, per come conosco io mio fratello e per come lo conoscono tutti i dipendenti comunali con cui si interfaccia da 35 anni, ne uscirà totalmente estraneo ai fatti contestati. Del resto anche le accuse che gli sono mosse sono marginali agli atti di corruzione ascritti dalla Procura di Napoli. Sono totalmente certo e fiducioso del lavoro della magistratura e lo sono al tal punto da essere stato io in prima persona ad aver denunciato, il 17 dicembre 2012, a quella stessa Procura di Napoli, l’affidamento per lavori di somma urgenza per un milione e 700 mila euro nel 2011, e di un milione e 500 mila euro nel 2012, sempre alla stessa ditta D’Alessandro. Con me a sottoscrivere quella denuncia vi era anche l’attuale presidente di consiglio Ciro Russo. Tutto ciò accadeva un anno e mezzo prima della denuncia che ha poi portato all’inizio dell’inchiesta odierna. Come se non bastasse, l’11 aprile 2014, ho denunciato presso la Procura di Napoli, altre assegnazioni sospette quali l’affidamento della manutenzione dei viali cimiteriali, sempre alla D’Alessandro, per 150 mila euro. Dico questo non per partecipare alla carica di chi ha denunciato prima e di chi sarebbe il merito di tali denunce, ma solo per dimostrare che non mi sono “mai tenuto per mano con la maggioranza” né fatto sconti ad alcun settore. Laddove ci fosse ancora dubbio sul mio operare in clima di legalità e trasparenza, si pensi all’approvazione dell’adesione al protocollo della Stazione Unica Appaltante, deliberata in consiglio il 20 novembre 2013, di cui sono il primo firmatario e mai attuata per volere esplicito dell’allora sindaco Giorgiano. Se a quella delibera fosse stata data esecuzione, ci saremmo risparmiati un bel po’ di problemi e tangenti. Mi corre l’obbligo di evidenziare un aspetto, il più agghiacciante, del comportamento del sindaco Zinno a riguardo di questa vicenda. Il sindaco, che ha evitato l’arresto per un nonnulla, G anche se era stato richiesto dal pubblico ministero, nella sua prima dichiarazione si è preoccupato di affermare che nessun politico é implicato nella vicenda, curandosi solo di tutelare se stesso e la maggioranza che lo sostiene e senza spendere neanche una parola nei confronti delle famiglie dei dipendenti comunali che hanno lavorato gomito a gomito con lui durante gli otto anni in cui ha ricoperto la carica di assessore al ramo, che dovrebbero essere considerati innocenti fino all’ultimo grado di giudizio e del cui operato non può dirsi totalmente all’oscuro.”
Dario Striano
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