POLVERIERA PONTICELLI – I retroscena dell’omicidio di Carmine D’Onofrio: le intercettazioni telefoniche riportate dal quotidiano Il Roma

“Fai vedere come si spara…è un morto che cammina!!”, “facciamo il morto là dietro”, “ha fatto capire che comando io”, “stava uccidendo a noi…questi devono morire!”, “lo devono atterrare e non lo devono far trovare perché è una lota”, “sfondalo dietro la schena”, “vai per ucciderlo”, “lo devi sparare bene. Ferdinando!”, Sparalo, uccidilo”. E ancora: “Facciamo il morto là dietro…sfondalo dietro la schiena! Schiattalo Cirù”…noi massimo 30 secondi e dumm!! Dumm!! Dumm!! E spara”. Omicidio di Carmine D’Onofrio il figlio di Giuseppe De Luca Bossa, il fratello del capo clan ergastolano Tonino ‘o sicc (Antonio De Luca Bossa) e le trascrizioni delle intercettazioni ambientali, riportate in esclusiva dal quotidiano Il Roma non lasciano scampo al boss dei Bodo Marco De Micco.

Marco De Micco

Le intercettazioni ambientali sono avvenute a casa sua e nonostante il capoclan nei giorni dell’agguato a D’Onofrio (pare esecutore materiale dell’attentato dinamitardo sotto casa dei Bodo) si fosse procurato l’alibi pernottando in un albergo sul lungomare con sua moglie, non c’è stato scampo per il fermo giudiziario. Indagata anche sua mamma, intercettata mentre istigava il figlio alla vendetta contro la cosca rivale. 6 ottobre del 2021: il giovane Carmine D’Onofrio finisce sotto i colpi di pistola del clan rivale, lascia una compagna incinta del suo primo figlio. Carmine D’Onofrio incensurato, pare sia stato assassinato per vendetta in quanto avrebbe fatto parte del commando che pochi giorni prima, a settembre, aveva attentato alla vita dei boss del clan rivale mettendo un ordigno proprio sotto casa loro. Con Marco De Micco su disposizione della Dda di Napoli (pm Antonella Fratello) sono stati fermati Salvatore Alfuso, Giovanni Palumbo, Ciro Ricci, Giuseppe Russo e Ferdinando Viscovo.

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