La scomparsa di Ciro Maione, quattro chiamate al 118 e poi la corsa in ospedale. La rabbia dopo il lutto

Sant’Anastasia – C’è chi muore di Covid-19 e chi, invece muore per il Covid. Sì perché purtroppo aumentando a dismisura i casi di positivi al virus che sta distruggendo le speranze di questa era e ospedali, presidi medici e ambulanze del 118 sono tutti impegnati in servizi di assistenza ai “nuovi malati” e succede che se si chiama il pronto intervento, purtroppo o arriva dopo molto tempo o non arriva proprio. Sembrerebbe essere questo il motivo che ha portato alla prematura scomparsa di Ciro Maione, noto barman vesuviano, animatore del the Sign 2.0 a Pomigliano d’Arco, morto all’ospedale del Mare, mentre gli praticavano una tac. Ciro quel giorno era stanco, godeva di ottima salute ma ai suoi familiari aveva detto aver un forte mal di testa e necessitava di un po’ di riposo. A diversi giorni dalla morte del giovane, amato da tutti non solo nella sua Sant’Anastasia, monta la rabbia. Sì perché ai primi malori i familiari di Ciro hanno più volte chiamato il 118 che non è mai arrivato. I familiari se lo sono caricati in auto e hanno tentato la corsa disperata all’Ospedale del Mare nella vicina Ponticelli, periferia Est di Napoli, dove Ciro è morto poco dopo, forse per un aneurisma celebrale. Se i soccorsi fossero arrivati in tempo, forse Ciro Maione sarebbe ancora tra noi e dietro il suo bancone ad allietare intere generazioni di vesuviani coi suoi magnifici drink.

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