La Gatta Cenerentola. Intervista agli autori presenti alla serata di inaugurazione dell’Arci Movie

Giovedì 16 Novembre si è tenuta la serata inaugurale della 28° edizione del progetto Cineforum di Arci Movie, al Pierrot a Ponticelli. Si è presentato il nuovo film d’animazione della Mad Entertainment “La gatta Cenerentola”, e sono stati presenti tre dei quattro autori: Dario Sansone, Ivan Cappiello e Alessandro Rak.

È stata inoltre presente la presidentessa nazionale del progetto Arci, direttamente da Firenze, Francesca Chiavacci: “Arci Movie è per noi molto importante. Ho visto il film, tratta tematiche attuali e importanti per chi vive in una realtà più difficile di altre. Anche stamattina, al carcere di Secondigliano, abbiamo avuto riscontri molto positivi. È un film che fa pensare, ci rende più consapevoli del luogo in cui ci troviamo. È difficile cambiare le cose, ma i partecipanti a questo progetto culturale lo rendono possibile grazie al volontariato, e qui si respira veramente un bel clima.

Gli autori vengono dalla Mad Entertainment, che in questi anni è diventata il simbolo della rinascita cinematografica Napoletana. Il loro precedente film “L’arte della felicità” ha vinto l’Oscar Europeo come miglior film d’animazione. La Gatta Cenerentola, è stata presentata al Festival di Venezia e ha avuto riscontri positivi, tanto da essere di nuovo candidato agli Oscar. Prima della proiezione del film si è tenuto un cortometraggio di Francesco Filippini, e rappresenta una storia a sé stante rispetto al film.

Il film

La Gatta Cenerentola è un film che tratta di forti tematiche sociali e rispecchia la realtà che il popolo partenopeo è costretto a sopportare. Totalmente ambientato a Napoli, con molte scene in dialetto, e molte parti cantate e arrangiate su testi di canzoni importanti per la tradizione napoletana. Il titolo riprende l’opera di De Simone e quella di Basile, e tenta di coglierne i punti comuni, ma differenziandosi e aggiungendo nuovi particolari.

Il protagonista è Vittorio Basile, armatore napoletano che inventa “il polo della memoria e della scienza”, un’opera di alta ingegneria navale, per ridare lustro alla città di Napoli. Nella nave era possibile catturare i momenti, per rivederli in un futuro tramite ologrammi. L’avidità di Salvatore Lo Giusto e della sua comare Angelica, promessa sposa di Basile, mettono fine ai suoi grandi progetti. Lasciano la figlia, la piccola Mia, sotto la tutela della malvagia matrigna, che oltre a lei, aveva altre cinque figlie, e un figlio gay. Affidano così il nome di “Gatta Cenerentola” alla piccola bambina che, ormai cresciuta, deve badare alle faccende di casa maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre. Sarà aiutata da uno degli uomini fidati di suo padre, Primo Gemito, che non si darà per vinto finché non la rivedrà.

Gli autori: “Lei è di una bellezza silente, come la città di Napoli che viene continuamente ammutolita e resa selvaggia agli occhi degli altri…”

Nel film erano presenti degli elementi che volavano. Cos’erano e cosa rappresentano?

Quel materiale che volava, voleva rappresentare un evento catastrofico. Ricordava un po’ la cenere che fluttuava nell’aria quest’estate quando ci sono stati i roghi sul Vesuvio, sembrava quasi un presagio. Sono presenti soprattutto nella seconda parte del film, per indicare il passaggio da un’epoca luminosa, ad una che lo era di meno.”

Con questo film, cosa volevate comunicarci? E la scelta dell’animazione?

Difficile poter indicare lo scopo di questo film. Principalmente era un modo per far sì che lo spettatore si ponesse delle domande. Avendo un finale aperto, è il pubblico ad attribuire un finale, in base all’emozione che sta provando in quel momento. La scelta dell’animazione è perché la MAD produce film d’animazione, ed è un modo per comunicare con ogni persona, di qualsiasi età. Anche ai più grandi si può mandare un messaggio, ma in un linguaggio particolare. Con questo film volevamo aprire una possibilità, sia di un progetto positivo, sia di uno negativo, indipendentemente se poi essi vadano in porto o meno.

Il personaggio di Mia rappresenta la nostra città?

“Mia è silente, esattamente come la bellezza di Napoli. Nel film ogni personaggio esprime la propria ambizione; chi nel campo del lavoro pulito, chi di quello sporco o chi nell’amore. Lei no, lei è di una bellezza silente, come la città di Napoli che viene continuamente ammutolita e resa selvaggia agli occhi degli altri.”

Come avete svolto il lavoro sui testi? 

“Sono presenti molti riferimenti sia all’opera di De Simone, sia a quella di Basile. È stato un lavoro di taglia e cuci di più elementi, cercando di mantenere sempre quel qualcosa in comune tra le varie storie, aggiungendo particolari nuovi, come il tema degli ologrammi e della memoria. La memoria compresente in passato e futuro ha dato un tocco di drammaticità.”

Quanto tempo ci avete messo per realizzarlo e cos’è cambiato rispetto al film precedente?

“Circa 2-3 anni, è difficile stabilire il momento esatto della partenza di un progetto. Siamo cresciuti e abbiamo potuto azzardare su un progetto diverso. Per il film precedente avevamo un budget limitato, per questo era più incentrato sui dialoghi ed era più statico.”

Ilaria Guardasole

 

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.