Il Sindaco-Senatore e il vitalizio – La Giunta concede tre giorni a Cuomo per l’incompatibilità. I grillini a gamba tesa: “Dimissioni farsa. Con l’aiuto di Forza Italia, Cuomo raggiungerà la pensione”. Ma la Legge dà ragione al parlamentare PD

Una nuova puntata del famoso caso del Sindaco-Senatore e del vitalizio. La Giunta per elezioni, stando a quanto riporta il Senatore del M5s Sergio Puglia, ha concesso al primo cittadino porticese Enzo Cuomo tre giorni per decidere sul doppio incarico. Tre giorni che potrebbero far maturare al parlamentare del Pd il cosiddetto vitalizio (che maturerà proprio il giorno 16 Settembre, dopo 4 anni, 6 mesi e un giorno di mandato), oggetto, negli ultimi tre mesi, di numerose critiche da parte delle opposizioni in città e non solo…

La Giunta si è resa responsabile di una decisione gravissima, cioè quella di regalare la pensione privilegiata ad un parlamentare del PD, Vincenzo Cuomo, che aveva già annunciato formalmente la cessazione dal suo incarico di senatore per andare ad esercitare la sua funzione di sindaco.– affermano i senatori del Movimento 5 Stelle, Maurizio Buccarella, Vito Crimi e Sergio PugliaE’ una vergogna. Cuomo è stato eletto sindaco di Portici tre mesi fa, a fine luglio con una lettera ha optato per la carica di primo cittadino rinunciando a quella di senatore, e oggi la Giunta avrebbe dovuto semplicemente prendere atto della sua decisione e già domani darne comunicazione all’Aula del Senato. Invece con il voto di PD e Forza Italia, sempre solidali quando si tratti di privilegi, la Giunta ha deciso che servono altri tre giorni per decidere sulla sua incompatibilità. Tre giorni per decidere di una cosa che lo stesso interessato ha già deciso? E’ chiaro che con questo rinvio, falsamente motivato, la Giunta ha voluto rimandare tutto a dopo il 15 settembre, ovvero la fatidica ‘data x’ per far maturare a Cuomo la pensione dopo 4 anni e 6 mesi in Parlamento. Quindi Cuomo non sarà più senatore, ma la sua pensione se la prenderà comunque. Quella della Giunta è l’ennesima dimostrazione che i partiti si sentono Casta e che collaborano in maniera solidale per garantirsi a vicenda i propri privilegi, alla faccia dei cittadini italiani“.

Si arricchisce sempre di più la saga che ha acceso i riflettori dei media nazionali su Portici, comune del vesuviano di all’incirca 55 mila anime, e sul suo nuovo ma vecchio sindaco Enzo Cuomo che, nel 2012, abbandonò la poltrona di sindaco, anzitempo, per inseguire il seggio, poi ottenuto, in Parlamento e che, a Giugno 2017, è stato nuovamente eletto, al primo turno, primo cittadino della città della Reggia (dopo un anno di discusso commissariamento) con il 65% di preferenze, supportato da una coalizione a guida Pd ma zeppa di esponenti dell’ex CentroDestra locale, non presentatosi ufficialmente alle ultime comunali.

Dal canto suo, Cuomo controbatte di aver agito secondo legge e di essersi attenuto pedissequamente a quanto previsto dal regolamento della Giunta: “non c’è alcun dubbio – riporta una dichiarazione del Senatore il blog della spia vesuviana Carlo Tarallosulla correttezza delle procedure da me adottate“.

Il senatore porticese ha, difatti, inviato sabato 29 luglio la raccomandata con le sue dimissioni, consegnata poi il 9 agosto e protocollata soltanto il 31 agosto, giorno di riapertura delle attività del Senato. Una scelta contestata aspramente, però, dai grillini: “Piuttosto che consegnare una lettera di dimissioni nelle mani del presidente del Senato, i cui uffici non chiudono per ferie, ha optato per una raccomandata nella quale è contenuta una banale dichiarazione di incompatibilità tra la carica di sindaco di Portici e quella di senatore della Repubblica, indirizzandola alla giunta per elezioni, i cui uffici restano invece chiusi nella pausa estiva. In questo modo il furbetto del privilegio ha guadagnato doppiamente tempo: quello concessogli dalla sospensione dei lavori e quello della consueta procedura che intercorre tra la convocazione della giunta e della successiva ratifica nell’aula del Senato. Una furbata che siamo riusciti a smascherare”.

Continuano dunque le polemiche in città. Polemiche che avevano già reso roventi le temperature del termometro politico porticese a Giugno e Luglio, a causa della “lenta” nomina del sindaco, avvenuta circa 40 giorni dopo dall’election day. Una lenta nomina che, secondo l’opposizione cittadina, era dovuta ad un tentativo da parte di Cuomo, coadiuvato – sempre secondo le opposizioni – dal commissario prefettizio, di ritardare le operazioni per raggiungere il famoso vitalizio; per il seggio centrale, invece, riconducibile ad un input del vice-prefetto Roberto Esposito per consentirgli l’approvazione del riequilibrio di bilancio, dato il predissesto dell’ente; mentre, per lo stesso commissario, dovuta, infine, ad un semplice fatto burocratico date le tante sezioni da controllare nelle operazioni di scrutinio (leggi qui per approfondire).

Insomma, un vero e proprio “macello”, raccontato anche dai media nazionali e alimentato, con la presentazione di un esposto contro la doppia carica, dal ritorno sulla scena politica porticese dell’ex consigliere regionale de la Destra di Storace Carlo Aveta, acerrimo rivale del Senatore porticese.

Dalle diatribe di inizi Estate, dunque, a quelle di oggi: a poco meno di tre giorni dal 16 Settembre, data in cui maturerà la “pensione” del parlamentare vesuviano. “Cuomo – concludono i parlamentari del M5S – dimostri di essere in buona fede quando dice di voler cessare dal mandato di senatore e rinunci al suo privilegio rispondendo oggi stesso alla richiesta della Giunta, senza aspettare i tre giorni che gli sono stati furbescamente regalati dai suoi sodali, altrimenti dimostrerà che la spedizione in piena pausa estiva della sua lettera di rinuncia era un trucco furbesco studiato proprio per ritardare le decisioni della Giunta“.

Dario Striano

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