GOOD NEWS – Al Centro ‘Don Orione’ la musica abbatte le distanze: un rap di speranza per riabbracciare familiari, operatori e volontari

Ercolano –  “Il virus è piccolo, noi non lo vediamo ma, se non stiamo attenti di sicuro ci ammaliamo. Potrebbe essere ovunque sulle porte e gli scaffali e allora cosa possiamo fare? Se qualcuno starnutisce fatt’ a llà fatt’ a llà, se non hai la mascherina fatt a llà fatt allà, quando il virus se ne andrà ce putimmo riabbraccià e tutt quant ccà ‘na granda festa amma fa’ e tutt e O’ Don Orione ‘sta canzone adda cantà…”. Sono le parole del rap degli ‘ospiti’ del centro Don Luigi Orione’ di Ercolano sul tema del covid-19 che ha costretto anche loro ad un isolamento forzato tenendoli lontani, in primis, dalle loro famiglie, dal personale socio-sanitario e dai volontari (tanti) con cui condividono, da sempre, ore di spensieratezza. Il centro di riabilitazione è stato fondato da Don Giulio Mariano nel 1981 ed è intitolato a don Luigi Orione che, ad oggi, è ritenuto uno dei più noti apostoli contemporanei della carità. La struttura di via San Luigi Orione al Vesuvio è stata realizzata per ospitare ragazzi bisognosi con la finalità di accoglierli in un’area salubre, non lontana dalla città. Sono per lo più adulti portatori di diverse abilità che vi risiedono secondo le diverse tipologie di alloggio consentite: convitto, semiconvitto, semiresidenziale e residenziale, oltre che nel reparto domiciliare.

Originario di Pontecurone, un piccolo paese della pianura alessandrina situato tra Tortona e Voghera, il sacerdote maturò in gioventù significative esperienze educative, che diedero modo alla  sua vocazione di prendere forma. Prima presso i frati francescani di Voghera, poi nella triennale dimora presso il ‘Don Bosco’di Torino e, infine, nell’impegnativo tirocinio della vita seminaristica svolta a Tortona. Dalle vicende politico-sociali del suo tempo trasse la sua profonda convinzione ad agire a favore dei fanciulli orfani ed abbandonati, per i quali aprire istituzioni benefiche, scuole, colonie agricole, missioni e centri di formazione a favore dei più poveri e di coloro che erano affetti da menomazioni fisiche. Per far si che questa sua opera continuasse nel tempo fondò la famiglia religiosa denominata ‘Piccola Opera della Divina Provvidenza’ costituita da sacerdoti, suore, eremiti e coinvolgendo, negli anni, sempre più laici.

Il primo reparto realizzato fu il convitto a cui fece seguito il semiconvitto, l’ambulatorio e, per ultimo, il reparto domiciliare con l’obiettivo di dare risposte sempre più adeguate alla crescente domanda di riabilitazione. Attualmente l’Opera Don Orione promuove servizi alla persona in ambito sanitario, socio-assistenziale ed educativo, col sostegno di religiosi, laici e volontari. In tale ambito si inserisce l’istituto ‘Piccolo Cottolengo Don Orione’ che, da qualche anno, ha qualificato ulteriormente i vari servizi offerti per rispondere ai requisiti strutturali previsti dalla normativa vigente e intraprendendo, parallelamente, un’importante azione di riorganizzazione e differenziazione della propria offerta. Senza snaturare la tradizione caritatevole tracciata dal fondatore, oggi sono tantissimi i volontari che dedicano il loro tempo ai ‘figli’ di don Luigi Orione.

Assia Filosa

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