(Fotogallery) Delocalizzazione di un vecchio rudere da Via Paladino a Via Diaz. Diventerà un complesso di edilizia in stile americano

“SOGNANDO GLI USA” SOTTO IL VESUVIO. Sembra Los Angeles ma siamo a Via Diaz, strada “d’elite” della piccola e vesuviana Portici, 55mila anime in provincia di Napoli; dove, a breve, sorgerà un nuovo complesso di edilizia residenziale privata in perfetto stile americano. Con tanto di giardino interno, piscina condominiale e box auto interrato. Roba da far invidia alle splendide e caratteristiche ville della strada porticese e agli edifici multipiano che caratterizzano un’area densamente urbanizzata nella “zona Rossa” alle pendici del Vesuvio.

Quasi in contemporanea ad una variante in corso d’opera firmata, lo scorso 7 Settembre, dal dirigente comunale Maurizio Longo, l’agenzia Professione Casa di Portici ha pubblicato sul suo sito internet il progetto di delocalizzazione di un palazzo da Via Paladino a Via Diaz. Un progetto i cui lavori di sbancamento del terreno, iniziati alo scorso 26 Aprile, avevano destato (data anche l’assenza della cartellonistica, oggi presente a seguito della varaiante) lo stupore e l’ira di residenti e forze politiche durante la campagna elettorale antecedente all’election day dell’11 Giugno (qui per leggere) che ha proclamato sindaco l’ex Senatore e già primo cittadino della città della Reggia, Enzo Cuomo, oggi saldamente al governo del comune assieme alla sua Giunta, la cui delega all’Urbanistica è diretta dallo scorso mese di Agosto, da Giovanni Iacone, fermo oppositore alla delocalizzazione nel 2015: anno in cui sedeva tra i banchi dell’opposizione nel consiglio comunale allora capitanato dall’ex sindaco-magistrato Nicola Marrone.

IL PROGETTO E I SUOI BENEFICI. In data 03 Febbraio 2015 è stata presentata al Comune di Portici la richiesta di Permesso di Costruire per la delocalizzazione del fabbricato sito in Portici alla Via G. Paladino n. 14. Siamo in piena amministrazione Marrone (sia durante la presentazione del progetto che durante il rilascio del permesso di costruire datat 2 Maggio 2016)  e la pratica è stata presentata dall’avv. Salvatore Galdieri, amministratore della società Chiara srl, quale proprietaria del fabbricato da delocalizzare, di intesa con l’arch. Marcello Conturso, amministratore della società Elena srl, proprietaria dell’appezzamento di terreno sito alla Via Diaz n. 7/b, e il sig. Pasquale Mele, quale proprietario esclusivo della zona di terreno sito alla Via Diaz n. 7/b, interessata anch’essa dalla delocalizzazione del nuovo fabbricato. La firma della relazione tecnica è a cura dei progettisti Ing. Nicola Spina, l’Architetto Carlo De Francesco e l’ingegnere Antonio Elefante.

Il progetto prevede la demolizione del rudere di Via Paladino; la conseguente cessione dell’area al Comune di Portici e la realizzazione di un nuovo fabbricato a 100 metri di distanza, a Via Diaz, costituito da un piano terra con una destinazione di tipo terziaria (commerciale o produzione di servizi) con complessive n. 13 unità immobiliari, nonché da un primo e secondo piano, con complessive 8 unità abitative. Inoltre il disegno prevede anche la realizzazione di un parcheggio interrato su 3 livelli,contenente 75 box-auto pertinenziali e 98 stalli per parcheggio a rotazione, per complessivi 173 posti auto, e comporterebbe una serie di vantaggi: come l’ eliminazione del restringimento della stessa Via Paladino e miglioramento dell’accessibilità dell’istituto scolastico contiguo; la riduzione del peso urbanistico rappresentato dalla volumetria residenziale in ottemperanza alle disposizioni della legge regionale n.21/2003, che incentiva la delocalizzazione delle residenze nei territori sottoposti a rischio vulcanico, favorendo le vie di fuga; la mancata alterazione della destinazione urbanistica dei sito destinato ad accogliere la delocalizzazione del fabbricato, che resterà Parcheggio Pubblico e quindi non altererà la equilibrata previsione di PRG; e, infine, la realizzazione del Parcheggio Pubblico a rotazione a cura e spese del privato in regime di convenzione. Tutto conforme al Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani, al regolamento Edlizio comunale, ai pareri della Soprintendenza dei beni ambientali e architettonici di Napoli, e alle norme in materia di accessibilità per i diversamente abili

RICORSI E DENUNCE: OMBRE SUL PROGETTO. Lo scorso 15 Marzo, il Commissario Straordinario del Comune di Portici, Roberto Esposito, con deliberazione n. 47, tramite i poteri della Giunta Comunale, avente ad oggetto la “delibera di C.C. n. 5 del 03/03/2017 “, ha espresso l’interesse ad acquisire l’area di sedime del fabbricato di Via Paladino da demolire. Una scelta contestata da alcune forze politiche sul territorio e da cittadini liberi, data la presenza di un ricorso al Tar con cui un residente di via Diaz ha impegnato il permesso a costruire della società Chiara: “Con un atto deliberativo – aveva tuonato l’allora candidato sindaco di Sinistra italiana, Salvatore Iacomino, lo scorso 16 Marzo – si provoca l’abbattimento di un palazzo intero per costruirne un altro e avere la concessione dell’area di servizio. L’atto in sè potrebbe essere anche legale dal punto di vista normativo, ma difetta in alcune cose. Siccome rispetto a questa procedura c’è un ricorso al TAR, non è possibile che il parere di un geometra sostituisca la decisione di un Tribunale. C’è qualche altra cosa in queste carte che io non comprendo ma che posso benissimo immaginare. È un’altra operazione che mette in moto meccanismi quantomeno dubbi. Arrivare al punto che un tecnico possa affermare che il ricorso al TAR sia infondato è una cosa che fa tremare i polsi“.

Il ricorso al Tar si basa su profili di illeggitimità riscontrati da una perizia tecnica dell‘ing. Caccavalle, incaricato dal residente di uno dei palazzi limitrofi all’area di Via Diaz 7bis, sul permesso a costruire. Una perizia che getta sospetti anche sulla serie di vantaggi che provocherebbe il progetto di delocalizzazione: in particolare la mancata alterazione della destinazione urbanistica dei sito e il favorire le vie di fuga in caso di rischio vulcanico: “Via Paladino, strada a senso unico, la cui larghezza, in corrispondenza dell’incrocio con il Corso Garibaldi, è addirittura inferiore rispetto a quella in corrispondenza del fabbricato da demolire, non è contemplata tra le vie di fuga in caso di rischio Vesuvio.  si legge sulla perizia tecnica – Pertanto, l’allargamento della sede stradale in conseguenza dell’abbattimento del fabbricato, non comporterebbe comunque nessun beneficio alla circolazione stradale. Viceversa, con l’intervento progettato, non sarebbe più disponibile l’area in superficie di circa 2.400 mq, sovrastante il parcheggio interrato (che secondo lo strumento urbanistico doveva essere adibita ad uso pubblico), che potrebbe essere utilizzata nel piano di protezione civile come area di raccolta della popolazione, essendo prospiciente la Via Diaz che invece rientra tra le vie di fuga”. – E inoltre – “Il progetto in esame è fortemente penalizzante per la collettività, in quanto comporta innanzitutto limitati posti per la sosta a rotazione (essendosi riservato il 50% dei posti disponibili per box pertinenziali da cedere a terzi. A tal fine sembra il caso evidenziare che già nell’anno 2004 l’amministrazione comunale aveva redatto uno studio di fattibilità sull’intera area di 4.500,00mq prevista dal PRG, per la creazione di 150 posti auto e 34 posti per motocicli, distribuiti però su due soli piani interrati, destinando altresì tutta l’area in superficie a parco pubblico, gioco e sport); poi la rinuncia a poter usufruire dell’area in superficie di 2400,00 mq (che sarebbero stati destinati a spazio pubblico per parco, giochi, sport, piazza o piazzale secondo la destinazione prevista dal PRG); e, infine, costi a carico del Comune per la sistemazione di un’area di oltre 3.000,00 mq”.

Ma il geometra Luigi Marino del Comune, senza aspettare che venisse nemmeno fissata l’udienza, – come ha ribadito il leader dell’opposizione Salvatore Iacomino – ha ritenuto infondati i motivi della perizia che avrebbero spinto al ricorso, dando, di fatto, avvio al progetto.

UNA RECENTE VARIANTE SUL PROGETTO E IL CONSENSO DELL’EX OPPOSITORE. Ad inizi Settembre, una variante in corso d’opera firmata dal dirigente Maurizio Longo (incaricato sul progetto, da quando il collega Gaetano Carlo Massimo Improta, con nota registrata al prot. gen. N. 36980 del 08/10/2015, ha comunicato l’astensione di decisioni e/o attività inerenti la richiesta di permesso di costruire) ha modificato parte del progetto; comportando la traslazione del fabbricato verso valle per 1,50 mt; la riduzione dei balconi sui fronti longitudinali e l’aumento del verde nelle aree esterne da riqualificare. Oltre le modifiche strutturali vi è stato anche il cambio di parere da parte dell’ex oppositore Giovanni Iacone, oggi Assessore delegato all’Urbanistica della Giunta Cuomo, e, al tempo della presentazione del progetto, leader di una opposizione asfissiante alla maggioranza dell’ex sindaco Nicola Marrone: “A dire la verità – ha detto ai nostri taccuini l’assessore Iacone – ero contrario alle modalità con cui tutta questa vicenda si stava sviluppando perchè tutte le carte dicevano che doveva essere approvata in consiglio comunale. Tant’è che poi il commissario straordinario ha adottato i successivi atti col parere del consiglio. In teoria, dopo l’intervento del commissario, tutte le carte son passate col parere del consiglio comunale, come al tempo chiedevo“.

Le parole del responsabile all’Urbanistica dell’esecutivo del primo cittadino Enzo Cuomo riportano a una parte del ricorso presentato dal residente di via Diaz che ha fortemente contestato il rilascio del Permesso di Costruire ordinario e non convenzionato da parte del dirigente Longo. Il permesso a costruire, in pratica, era stato rilasciato senza il parere del consiglio comunale. Atto “stigmatizzato – come si legge sulla perizia dell’ingegnere Caccavalle – dallo stesso consiglio che aveva provveduto a demandare  ad una apposita commissione comunale la verifica di legittimà della procedura adottata, anche in considerazione dei precedenti atti emessi dallo stesso ufficio tecnico, nei quali veniva accordato con il richiedente che l’iter per il rilascio del PdC non poteva prescindere da una delibera di Consiglio Comunale“. Da qui, la discussione in consiglio comunale durante il commissariamento con cui lo scorso 15 Marzo, il viceprefetto Roberto Esposito ha espresso l’interesse ad acquisire l’area di sedime del fabbricato di Via Paladino da demolire. La legge concede infatti tutti i poteri, ordinari e straordinari, che normalmente sono assegnati a sindacogiunta e consiglio comunale, ai commissari straordinari.

Una scelta, quella del viceprefetto, però, fortemente discussa sul piano politico da diversi protagonisti della scena politica locale, oggi seduti in assise comunale e in Parlamento: “Portici, in questi mesi di commissariamento, ha visto una frenetica attività dell’ Amministrazione Comunale – così a l’Ora Vesuviana in campagna elettorale Mauro Mazzone, oggi consigliere d’opposizione e nel 2015 rappresentante della maggioranza marroniana – riguardante anche cose rilevantissime come l’assegnazione di beni confiscati alla camorra, quella di pezzi di patrimonio immobiliare dell’Ente ed ha visto anche dei silenzi assordanti , come quello sulle vicende inerenti la fidejussione ai gestori della Piscina Comunale e lo scioglimento del nodo irrisolto “Ciro a Mare. Fanno riflettere le recenti affermazioni dell’On. Luisa Bossa quando al vostro giornale ha dichiarato di aver assistito durante queste elezioni ad una mano esterna che decidesse le cose. “Come se al commissario fosse dovuto soltanto l’atto finale delle sue azioni di governo”.

Dario Striano

(clicca a destra e a sinistra dell’immagine in evidenza per vedere il progetto del complesso di edilizia privata in stile americano)

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