EMERGENZA CORONAVIRUS: DISTANZIAMENTO SOCIALE NON DEVE ESSERE ISOLAMENTO SOCIALE

 

Pandemia : richiamo a nuovo stile di vita. Diverse le azioni da adottare per buon costume, oltre che sancite dalle norme in vigore. Considerati insoliti, perchè nuovi, sono i comportamenti da adottare. Soprattutto le  nuove misure precauzionali probabile che destabilizzino l’equilibrio della routine. Possono insorgere anche disturbi di varia eziologia ed aumentare o diminuire quelli preesistenti o considerati a rischio. Dunque speciale attenzione va all’esperienza emotiva: può capitare di essere tristi. Emozione che assieme alla paura e alla rabbia, fa parte di quelle innate nell’uomo, scientificamente universale è la tristezza.  Il distanziamento sociale, che è solo una tra le norme da rispettare , a tutela dell’individuo, potrebbe amplificare la tristezza, soprattutto se in aggiunta vi è la limitazione dello spazio da frequentare.  Strette di mano o abbracci, non avvengono più, se non in limitazione dell’ambiente di casa; lo spazio che ora più di prima ci si ritrova volente o nolente ad occupare. Le manifestazioni fisiche d’affetto, limitate, ma accentuati gli ingressi sul web. Nel mondo in rete,  man-tenere un contatto con l’altro è per l’appunto detto: “social”. Entrare nei social,  è trasferirsi da qui a li,  non perdendo mai l’altro. Se la soluzione della tristezza sugli affetti pare smorzarsi seppur minimamente attraverso l’uso di internet, è evidente che  l’obbligo di distanziamento, in pandemia , è una nuova forma di rispetto, che personalmente non so per quanto ancora, ma di sicuro ora si configura come tutela all’altro ed a se stesso. Intanto, è da non confondere l’azione di distanziamento, dall’adesione all’isolamento sociale. Nell’ottica di una pandemia, è praticamente impossibile essere soli, perchè tutti bramano lo stesso fine collettivo.  Aristotele diceva che “l’uomo è un animale sociale”, ossia un individuo dotato di corpo e anima e capace di stare con gli altri. Ma, l’isolamento sociale, credo sia un agire volontariamente ponendosi ai margini; esserci in parte, che in automatico porta mal-essere. Tuttavia, in questo stato, può confluire la noia. Bellissima l’etimologia che vuole che la “noia” derivi dall’ “in odio” latino. Effettivamente annoiarsi ora, è non amarsi.

Carmen Scognamiglio(psicologa)

 

 

 

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