Da lunedì due anziani contadini finiranno sotto un ponte: la triste storia dei coniugi Cennamo, della loro casa che sarà abbattuta e la corsa contro il tempo degli avvocati

Pollena Trocchia – Felice Cennamo fa il contadino e a via Vigna, la strada che dal borgo antico di Trocchia conduce nei sentieri del Parco nazional del Vesuvio ha il suo appezzamento di terra, dove negli anni ha costruito un piccolo alloggio, che poi sarebbe diventata la casa dove ha vissuto con i figli e sua moglie Concetta. Nel 1992 il primo sequestro dell’immobile, reso esecutivo con una sentenza nel 1992. Dalla piccola cantina Felice, per esigenze abitative familiari e non speculative ha ampliato il suo manufatto. Tra due giorni, quella casa costruita col sudore nella terra che ha dato da vivere ai suoi figli sarà abbattuta e Felice e sua moglie, pensionati agricoli finiranno in strada. Non tutto il fabbricato, come invece ha sentenziato un tecnico di parte del tribunale è illegittimo e i coniugi Cennamo, supportati dai legali dello Studio Pasqua di Torre del Greco, vorrebbero fossero abbattute solo le opere abusive. Per questo motivo è stata presentata un’istanza alla Corte di Appello di Napoli, affinchè rivaluti gli atti e consideri da abbattere solo gli immobili illegittimi, preservando quelli che invece non lo sono. Felice e Concetta sono due anziani che vivono col minimo della pensione, hanno diverse patologie e ad oggi non sono riusciti a trovare un alloggio dove trasferirsi, perché non riescono a trovare immobili da fittare a due pensionati minimi e i soldi richiesti per cauzioni e anticipi di fitti non ce li hanno. L’appello dei legali non riguarda la sospensione di abbattimento, gli abusi sono stati fatti, per carità, ma bisognerebbe considerarne la proporzione e le condizioni di vita degli anziani contadini. Della questione se ne è interessato il quotidiano il Mattino e dal comune di Pollena Trocchia hanno garantito che avrebbero interessato i servizi sociali. I legali inoltre vorrebbero che il Procuratore disponesse l’auto abbattimento, previsto dalla legge, che non rovinerebbe ulteriormente gli anziani coniugi “costretti” a pagare 60 mila euro alla ditta designata dal tribunale.

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