Cittadini, amministrazione e associazioni antiracket contro la camorra a Pomigliano d’Arco. Dalle indagini della Dda emerge una rete di taglieggiatori che non salva nemmeno gli operai

Pomigliano d’Arco – La Direzione Distrettuale Antimafia sta indagando da tempo sulla Città delle Fabbriche. A Pomigliano d’Arco, infatti, nonostante all’apparenza non sembri, c’è una fitta rete camorristica che impone il “pizzo” anche agli operai sui cantieri edili. I dati inquietanti emegono dall’operazione dei carabinieri che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di due pregiudicati, E.B., 51 anni, e A.R., 44 anni, ritenuti dalla Direzione Distrettuale Antimafia riconducibili al clan Mascitelli, organizzazione la cui base si trova nel rione della 219 con ramificazioni tra Ponticelli e Marigliano. I fatti risalgono a due anni fa. Secondo l’accusa tra marzo e giugno del 2019 i tre avevano puntato numerosi cantieri della zona in particolare una ditta di Casalnuovo il cui amministratore sarebbe stato costretto a versare ai clan 4 quote di 5 mila euro ciascuna. Sempre dalle indagini risulta, però che gli uomini del clan non si sarebbero limitati a chiedere il pizzo ai cantieri ma anche agli operai: emblematico il caso di un muratore costretto a versare di tasca sua 200 euro agli estorsori. Intercettazioni, pedinamenti e indagini serrate hanno ricostruito il quadro della criminalità organizzata pomiglianese, tutt’altro che dormiente. A seguito degli ultimi arresti, l’associazione Antiracket Pomiglianese titolata a Domenico Noviello ha organizzato una manifestazione per dire no alla camorra, in una città che fino a ieri solo all’apparenza sembrava immune. Al raduno antiracket di giovedì scorso organizzato per rilanciare la mobilitazione contro la camorra c’erano c’erano il primo cittadijno di Pomigliano Gianluca Del Mastro che ha inaugurato una targa in città contro le vittime della camorra, l’assessore Mariangela D’Auria, il consigliere comunale Marianna Manna, le associazioni antiracket “Domenico Noviello” e “Libera”, il responsabile Antiracket della prefettura di Napoli, Claudio Salvia (figlio di Giuseppe, il vicedirettore del carcere di Poggioreale fatto uccidere da Cutolo nel 1981 a cui è stato titolato il penitenziario di Poggioreale), il comandante della Polizia Municipale Luigi Maiello, il vicequestore del commissariato di Acerra, Stefano Iuorio, i carabinieri delle compagnie di Marano e Castello di Cisterna e i finanzieri della Guardia di Finanza di Casalnuovo e don Aniello Tortora che ha benedetto la targa inaugurata dal sindaco. “Ho partecipato, con l’Associazione Antiracket “Domenico Noviello”, alla cerimonia per l’inaugurazione di una targa che ricorda le vittime innocenti delle mafie – ha scritto sulla sua pagina Facebook istituzionale il sindaco – Alla cerimonia hanno partecipato le Forze dell’Ordine, che sempre sono al fianco dei cittadini che denunciano e combattono ogni forma di illegalità. La nostra Amministrazione ribadisce con decisione la necessità di ricordare le vittime innocenti della crudeltà mafiosa, perché solo attraverso la memoria è possibile risvegliare le coscienze e sollecitare la denuncia e la lotta”.

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