Ciro Esposito clinicamente morto al Gemelli, la madre e il sacerdote al capezzale

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Ciro Esposito, il tifoso ferito a Roma il 3 maggio prima della finale di Coppa Italia, è clinicamente morto, è tenuto in vita solo dai macchinari. “Ma Ciro non è morto. Il suo cuore batte ancora”.  A confermarlo sono il fratello Michele Esposito e il sacerdote don Mariano, che da questa mattina è in ospedale al capezzale del tifoso, vicino alla madre Antonella Leardi. Ciro è clinicamente morto. L’ultimo respiro dopo l’aggraversi di un’infezione polmonare dovuta alle ferite di arma da fuoco degli scontri di Roma. Il ragazzo ferito in un agguato il 3 maggio, poche ore prima della finale di Coppa Italia a Roma fra Fiorentina a Napoli non ce l’ha fatta. Il giovane venne raggiunto da colpi di pistola in via Tor di Quinto e da allora è ricoverato al Policlinico Gemelli. La notizia della morte del trentenne di Scampia è giunta veloce via Facebook a Napoli grazie ai gruppi sul social network a lui dedicati, in particolare quello intitolato “Ciro non mollare”. Accanto a Ciro c’era la madre del giovane, Antonella Leardi, che è rimasta sempre al capezzale del figlio. Nella stanza dove si trova il giovane è arrivato, poco prima della fine, un sacerdote che gli ha impartito l’estrema unzione.

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